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domenica 28 febbraio 2010

Il cavedano

Diffuso in Europa dal Reno al fiume UraI. L'areale di distribuzione dell'ido copre l'Europa centrale ed orientale fino al bacino del fiume Lena a est. la specie è stata introdotta in Inghilterra ed in Scozia, dove si rinviene sporadicamente. L'Ido vive anche nella Penisola Scandinava, con l'eccezione del nord est della Norvegia e della Penisola di Kola. La specie è diffusa in Europa centrale dal Belgio e dal nord est della Francia fino ai fiumi del nord del Mar Nero e del Mar Caspio. Incredibilmente, durante gli anni '80, le uova dell'ido sono state importate illegalmente per posta in Nuova Zelanda. Rilasci successivi si sono verificati nel 1985 e nel 1986 probabilmente in almeno 8 e località a nord di Auckland. La varietà dorata dell'Ido diffusa in varie località degli Stati Uniti, paese dove viene allevato come pesce ornamentale.
Dell’ Ido è nota la varietà dorata da non confondere con la varietà dorata del leucisco rosso per l’occhio più scuro, meno rosso rispetto quest’ultimo.


Oh cavolo ma questo è il cugino del nostro cavedano!!!! Infatti l’ Ido e il cavedano sono gli unici rappresentati dei leuciscus in europa.
Tornando al nostro amico vi è da dire che ha rappresentato e forse rappresenta ancora il pesce più diffuso fra quelli di una certa taglia media/grossa. Stime di qualche anno fa dicevano che essi erano almeno il 30% di tutti i pesci superanti i 3 etti. Negli ultimi anni nei fiumi e torrenti della pianura padana e nei grossi laghi a subito un netto regresso per cause sconosciute od almeno differenti fra acqua e acqua. Per fortuna nel resto d’ Italia la situazione sembra migliore. Raggiungendo i 2 kg senza problemi, con una taglia media sui 400/700 gr, con punte di 4 kg nei bacini lacuali (quasi sempre femmine) rappresenta uno dei pesci favoriti dal pescatore anche se la sua difesa non è eccelsa come altri. Inoltre vive in ogni tipologia di acqua , è onnivoro è ogni tecnica si presta alla sua cattura; E quindi GRAZIE DI ESISTERE!!!

Furbo o stupido? Questa è la domanda principale che ci si pone solitamente!!!
E’ senza ombra di dubbio un attento osservatore di ciò che accade in acqua ma molte volte la sua golosità lo tradisce. Evita con astuzia, scartandola all’ ultimo istante, la rete della bilancia ed evita l’unico bigattino infilzato mangiando solo quelli di pasturazione ma ingoia l’amo senza remore se questo ha innescato un guizzante pesciolino vivo. Ingurgita tutte le esche naturali come vermi, gattos, lumachine, grilli ecc ecc
Pasturato con dovizia e per qualche giorno abbocca alle lenze a fondo e/o passata a:

1) Mais
2) Frutta dolce a piccoli pezzi compresa anguria
3) Budella di pollo (in inverno)
4) Fegatini di pollo
5) Formaggio a cubetti
6) Larva di crisalide
7) Pastarello (ovvero palline di pastura)
8) Piccole boiles
9) Bacche varie come More o sambuco

La sua leggenda di furbizia è dovuta al bigattino. E’ vero che pescando a passata evita quello innescato ma generalmente per un errore tecnico del pescatore che abbonda nella pasturazione.

Come tante volte è il caso che ci fa apparire le cose sotto un aspetto diverso. Moltissimi anni fa ero su un grosso lago con famiglia; Tirando fuori la bolognese dall’ auto ruppi la puntina e cosi mi tocco mettere una vecchia canna che avevo a fondo con una amettiera. La piccola rovescio il secchio dei bigattini e me ne resto una manciata. Pasturando sopra l’amettiera a 5-6 bigattini per volta tirai a riva 3 grossi cavedani benché la sezione dei braccioli fosse dello 0.16. La cosa mi fece rimanere perplesso… Giunsi a pensare che in effetti con esche diverse dal bigattino e più pesanti avevo già preso grossi esemplari anche collo 0.20…Era l’amo che influiva tanto sul peso complessivo di esca/amo col “cagnotto”!!!

Ma…
1) L’amo in questo peso complessivo era ininfluente o quasi con mais, grossi vermi, gatoss ecc

2) Anche col bigattino l’ ingordigia del singolo individuo inserito nel branco era più forte della diffidenza e quindi pur di arrivar prima di un altro simile mangiava anche “gianin” appesi e fermi su una amettieria!!!

Attualmente anche se pesco col “cagnotto” ove vi sono molti cavedani l’ innesco è multiplo, anche con 6-8 larve, in modo da creare un qualcosa di diverso ma sempre di commestibile che il cavedano non scambi per i bigattini in pasturazione. Insomma questi ultimi sono usati al solo scopo di far accorrere e tenere i cavedani in quel luogo. Basta fili extra fini per me!!!




A spinning abbocca con parecchie tipologie di esche e soprattutto le 3 classiche. In generale e per via sommaria posso scrivere che:

a) In acque ferme la miglior esca è il piccolo/medio minnow
b) In acque veloci con acqua caldine la fa da padrone il piccolo rotante argentato
c) L’ ondulantino è il jolly come al solito

Molte volte coi minnows ho avuto modo visualmente di vedere che attacca per rabbia o per scacciare un intruso e se il cavedano girandosi si trova improvvisamente il pesciolino artificiale il suo scatto è bruciante e rabbioso.
Nei laghi rendono ottimamente pesciolini senza paletta di color argento come le alborelle tipo il “Filibustiere” o Il “Tranviere”.


Le piccole alborelle infilzate per la bocca su ami del N 10-12 e sorrette da galleggiante invogliano gli esemplari maggiori. Capita sovente di vedere con questa tecnica il grosso galleggiante ballonzolare senza una abboccata decisa; Al ritiro della lenza state certi che l’ alborella ha la coda pizzicata e sono stati piccoli cavedani.

Abboccano anche nella pesca a mosca effettuata in tutte le versioni ma sinceramente di questa tecnica ne mastico quasi niente.

Insomma:

GRAZIE DI ESISTERE!!!



Walter Scandaluzzi

Bacino di Como

I laghi e specialmente quelli grandi, hanno sempre un fascino particolare ed offrono la possibilità di unire svago, relax, cultura e pesca. Cosi, mentre Voi pescherete, i vostri eventuali accompagnatori, potranno farsi una bella gita in battello o semplicemente godersi il sole, se non vogliono fare shopping nella città lariana.

Il bacino di Como offre ampie possibilità di pesca a qualsiasi genere di pescatore, novizi ed esperti trovano pesci adatti alle loro esigenze e le tecniche praticabili sono parecchie. Si và dalla semplice pesca a galleggiante alle piccole alborelle (vige regolamento speciale) alla pesca col Mort Manieè passando per quella a Molagna e Tirlindana. Queste ultime sono da farsi con la barca e non sono certo semplici da eseguire e quindi adatte ad esperti. Pochi gli scivoli d’alaggio imbarcazioni, il principale è a Tavernola fraz. di Como, nei pressi dell’uscita dell’autostrada dei laghi (A9), altri più piccoli e con problemi di parcheggio sono a Como, in zona darsena S. Agostino e ad Argegno, nelle vicinanze del lido. Dalla barca possiamo anche insidiare i coregoni con la tecnica alla sonda.


Occorre una canna denominata “cannino” generalmente in monopezzo lunga circa cm.180 con un'azione di punta e un vettino sensibilissimo su cui monteremo un mulinello con in bobina uno 0.24 come nylon. Dopo aver trovato i pesci con l’ecoscandaglio (assolutamente vietato tenerlo acceso durante la pesca) o, se non l’abbiamo altre barche ci indicheranno la zona ove si calerà la lenza, composta di un'amettiera lunga dai 4 ai 7 mt. recante un massimo di 15 ami con imitazioni di chironomi e un piombo finale sui 10 gr. Detti attrezzi sono venduti nei negozi di pesca locali. Una volta che il piombo tocca il fondo si solleva molto lentamente per 25-35 cm. per poi dopo una breve pausa ritornare giù sempre lentamente. La mangiata di codesto pesce può essere violenta od estremamente delicata e ci vuole esperienza per ferrarli tutti. Una volta agganciato il pesce bisogna recuperarlo molto lentamente perchè ha un apparato boccale molto delicato, e una volta giunto in superficie, se allamato al basso dell’amettiera, bisognerà alzare il cannino con una prolunga realizzata dai primi 2 o 3 pezzi di una vecchia canna, dove lo si innesta a baionetta con il manico, consentendo di alzarlo di qualche metro, facilitando il recupero del pesce con il guadino.
Naturalmente con la barca tutte le tecniche sono più semplificate ma anche da terra si hanno buone possibilità. Buone zone sono il lungolago di Viale Geno, dove possiamo pescare le alborelle nella bella stagione, e con la presenza di queste, persici, cavedani e qualche trota con il vivo o a spinning, mentre nel periodo degli agoni, la passeggiata di Villa Olmo fa da padrona.


Per tutta l’estate e l’inizio dell’autunno, pescando in zona del Tempio Voltiano, possiamo insidiare lucciperca, anguille e persici pescando a fondo con il pesce vivo o morto, mentre chi vuole divertirsi con le tecniche alla bolognese o all’inglese, pasturando e innescando bigattini, la diga Foranea è il luogo adatto, cavedani, pighi, scardole, triotti, gardon, ecc., sono i diretti interessati.



Parlando ora di tecniche, possiamo dire che agendo a spinning con canna da 240-270 cm , mulinello N 2500 con in bobina uno 0.22 potremo insidiare persici reali, sandre e cavedani. Per questi ultimi sono ideali minnows di tutti i tipi fino anche a 9 cm di lunghezza data la taglia extra che il ciprinide raggiunge nei grandi laghi.


Oltre ai pesciolini finti, per la sandra, possiamo agire con i siliconici a forma di pesce con la coda piatta, agendo molto lentamente sul fondo quasi facessimo Mort Manieè. Il persico reale non rifiuta i rotanti, e, ricordiamo la vecchia tattica da effettuare sui fondali di sabbia o ghiaia fine, si lasci adagiare l’artificiale sul fondo e lo si faccia partire di scatto provocando una nuvoletta. Il “tigrato” avrà l’impressione che un piccolo pesciolino sia partito e scatterà sul cucchiaino. Tutti questi predatori sono certamente insidiabili anche col pesce vivo avendo cura di cambiare la dimensione dello stesso a seconda della specie che vogliamo insidiare. Le tecniche sono molte ma tutte di facile applicazione. Piombo a fondo di tipo allungato o bombarda e terminale di 1/1.5 metri col pesciolino attaccato, ogni tanto si sposta se non avviene l’abboccata, oppure, con galleggiante di buona portata non tarato completamente e cioè che regga il peso del pesciolino terminale. Per i persici reali è in voga uno strano sistema che prevede l’uso di un’amettiera detta scoubidou, con piccoli ami avvolti di un tubettino di plastica colorata, che agganciando un piombo terminale, con o senza adeguato galleggiante, viene lanciata in mezzo al branco d’alborelle. Con vento il tutto si agiterà da solo altrimenti dovremo muovere noi. Le alborelle abboccano agli “scoubidou” ed invece di recuperarle subito le si lascia in zona per vedere se qualche persico ingoia il tutto.


Per gli Agoni a Como si usa il solito sistema della speciale camolera, con piombo fisso a oliva e l’amettiera terminale. Fare attenzione a fermare il filo sul mulinello con l’indice per far distendere il tutto ed evitare ingarbugli. Non è possibile scrivendo di pesca a Como non citare il Sig. Roberto Cantaluppi detto “Ropino” che è stato forse il primo ad aver introdotto in Italia le tecniche della “Pesca alla sonda” per la pesca con la canna del coregone, e il sistema Drachkovitch comunemente chiamato “Mort Manieè”, per la pesca dei predatori con il pesce morto manovrato, diffondendole ancora oggi attraverso il Coregonia Club, con corsi e manifestazioni. Tra le specie ittiche, va segnalata la presenza di trote (anche se le vere lacustri sono quasi un ricordo), e ultimamente in base alle stagioni si pescano i salmerini con la tecnica alla sonda.


Curiosità:

Il Coregone Lavarello (Coregonus lavaretus), è una specie ibrida di altri coregoni ed esattamente: Wartmanni coeruleus ,Schinzii e Maraena , che fu introdotto nella metà del 1800 dalla Svizzera. Esso raggiunge taglie ragguardevoli e questo costituiva un problema per le massaie locali dell’ epoca e cosi, dal lago di Neuchâtel nella vicina Svizzera, fu introdotto il Coregone Bondella (Coregonus macrophthalmus) che oltre ad accrescere più velocemente ha una taglia minore più adatta ad essere cucinata e servito come porzione singola.

IL TESSERINO SEGNAPESCI

Il tesserino provinciale segnapesci è obbligatorio per la pesca nei torrenti e per la pesca ai coregoni con l’amettiera. In provincia di Como si può pescare con il tesserino rilasciato dalla Provincia di Lecco e viceversa.
Il tesserino ha una doppia finalità: facilitare il controllo del limite massimo di catture (per trote e coregoni 6 capi complessivi al giorno) e tenere sotto controllo l’andamento annuale del pescato.I tesserini segnapesci sono rilasciati gratuitamente e possono essere ritirati: vedere

Provincia di Como

LIMITAZIONI RIGUARDANTI LA PESCA DELL’ ALBORELLA

La pesca delle alborelle è permessa, esclusivamente nel lago di Como solo il giovedì, il sabato e la domenica, con le seguenti eccezioni:
· i minori di anni 13 possono catturare le alborelle in tutti i giorni della settimana; -
· la cattura di alborelle da usare come esca nella pesca “con il vivo” è ammesso in tutti i giorni della settimana, con l’obbligo di mantenere le alborelle vive in adeguati contenitori e con il limite massimo di 20 esemplari al giorno per pescatore. Durante il periodo di divieto di pesca dell'alborella non è permessa alcuna detenzione delle alborelle catturate, ma solo l'immediato utilizzo delle medesime con esca.
Ciascun pescatore può usare una sola canna da pesca, armata con un solo amo. E’ vietata la pasturazione. E’ consentito l’uso dello scoubidou per la pesca del pesce persico “con il vivo.

Licenza di pesca:
Il bacino antistante la città di Como, è denominato “Riserva Celesia”, si tratta di acque con diritti esclusivi di pesca, zona F.I.P.S., nelle quali la pesca è consentita con l’apposita tessera federale e naturalmente la licenza governativa



Info: -Provincia di Como - ufficio pesca - Via Sirtori 3 Como
tel 031 230111 031 570200 031 230334
Provincia di Como

Negozi:
-COMO: “L’Esca” via Lega Insurrezionale 24 Tel 031 3372193
-COMO: “Ropino” – via Asiago 25/b Tel 031 340979

ASSOLUTAMENTE DA VISITARE

A pesca in barca sul lago di Como

Walter Scandaluzzi

Agone

Vive nei grandi laghi prealpini; è stato introdotto anche nei grandi laghi dell'Italia centrale (Bolsena, Vico e Bracciano).

HABITAT: specie gregaria di origine marina (Dalla Cheppia) con abitudini migratorie; E’ divenuta sedentaria nei grandi bacini lacustri subalpini (Lugano, Maggiore, Como, Iseo, Garda) dopo che le acque marine in tempi remotissimi si sono ritirate dalla pianura padana e i loro antenati sono state intrappolati.
Vive in banchi nelle acque profonde; è presente anche nel Lago di Mergozzo che è un bacino lacustre di piccole dimensioni (sup. 2 kmq; prof. max 70 m), situato ad Ovest del Bacino Borromeo del Lago Maggiore in quanto esso era parte integrante del lago verbano fino attorno al 1500 d.c. quando le piene del fiume Toce hanno creato una piana.

ALIMENTAZIONE: principalmente a base di organismi zooplanctonici, ma anche di insetti (larve ed adulti) e, più raramente, di pesci (soprattutto giovani alborelle).

RIPRODUZIONE: Maggio-Giugno con temperature dell'acqua comprese tra 15 e 25 °C. Le zone di riproduzione sono preferenzialmente le acque basse con fondali sabbiosi in prossimità delle foce dei fiumi immissari. Le uova( un numero medio di 15-20 mila uova bianche e demerse) sono di piccole dimensioni (1,6 mm) e si schiudono in 2-8 giorni. La maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni per i maschi e a 3-4 anni per le femmine.
Peso: dai 100 ai 300 gr (femmine)

Vengono compiute dai branchi migrazioni sia verticali che orizzontali. Nel Lago Maggiore l'alimentazione è basata prevalentemente sul cladoceri Daphnia hyalina e Bythotrephes longimanus, oltre che su copepodi. Lo spettro alimentare dell'agone si differenzia rispetto a quello di altre specie planctofaghe come i coregoni e l'alborella.
Quando questi pesci vengono verso riva è facile catturarne una grande quantità. Anticamente si usava una attrezzatura costituita da una canna fissa molto lunga con lenza rigida di filo di rame e finale di un metro e mezzo o di due metri, armato di speciali camolere costruite con fili di lana rossa e nera e da fili metallici lucenti. Con questa attrezzatura, agendo talvolta da pontili improvvisati, il pescatore frustava energicamente con la canna in modo da far cadere le finte camole il più lontano possibile e le lasciava scendere e quindi recupera a strappi. Le stesse file di finte camole attualmente si acquistano nei negozi di pesca vicino ai laghi (prezzo 6-7 euro a fila mediamente nel 2007). Difficile perderle in quanto la pesca si svolge non sul fondo ma comunque capita. Si usa una canna da trota laghetto con portata di 20-30 gr , mulinello del N 2500 con in bobina uno 0.22, girella con o senza moschettone, fila di camole, piombo finale allungato di 20 gr circa. Si lancia lunghissimo e si recupera a strapetti abbastanza velocemente sondando le varie profondità fino a trovare quella giusta.




Una variante è quella del piombo prima della fila di esche; Bisogna però fare molta attenzione e bloccare la corsa del filo col dito indice per evitare ingarbugli. Avendo la barca si può agire anche tipo Tirlindana.
Comunque anche le moschette possono essere usate. Si pesca a mosca infatti anche e qualcosa anche con piccoli artificiali.
Il momento migliore è verso sera.




Cucina: Ottimo sotto aceto anche se la sua “vocazione” è di diventare un Missultit!!
Ovvero la voce dialettale rimanda alla missolta cioè al mastello o piccola botte di legno sul quale venivano posti i pesci senza interiora. Disposti a strati e salato venivano pressati con dei pesi sempre maggiori immettendo anche delle foglie di timo. La cosa fa fuoriuscire un liquido. Dopo parecchio tempo li si metteva ad essiccare al sole. L’ accompagnamento ottimale è colla polenta.




Walter Scandaluzzi



Scandaloso Spinning

Solita parola English che vuole dire “girare” più o meno. Ma non stiamo li a discernere tanto visto che tutti sanno che esso è la cosiddetta pesca a recupero con oggetti artificiali. Prima di analizzare gli stessi faccio delle mie considerazioni personali.

1) Lo spinning, lo spinning classico è quello che alla sera porta il praticante ad aver male le gambe tanti sono i km che ha macinato lungo la rive e alle braccia per il numero di lanci fatti; E’anche una comodità però visto che necessità di poca attrezzatura e si è subito in pesca.

2) Lo spinning può sembrare una tecnica facile ma in effetti è molto difficile perché il pescatore deve sapere:

A) Ove è ipotizzabile che stia la tipologia di pesce che sta cercando in quel luogo e in quel momento. Certo in montagna esiste solo la trota e quindi…. Ma anche in montagna la trota, se è una selvatica, di giorno è intanata generalmente e di sera è in caccia…

B) deve avere una ottima conoscenza dell’ azione degli artificiali in suo possesso per scegliere quello giusto da far arrivare vicino alla preda. Anzi deve sapere cosa và cercando ancor prima e cioè quando è nel negozio di pesca. In un fondale da 5 metri con pesce ipotizzabile sul fondo è deleterio usare un minnow galleggiante…

C) deve sapere lanciare bene nel punto prescelto ma soprattutto perché lancia li’ con quell’artificiale…Cioè io devo lanciare nel punto x con l’artificiale y in modo che esso passi ben vicino al punto K!!! Facile eh!! In sintesi l’artificiale deve essere manovrato in modo che arrivi il più vicino possibile alla bocca del pesce. Và beh che il pesce ha gli occhi per vedere e la linea laterale che percepisce le vibrazioni ma se lo facciamo passare a 10 metri da lui, in acqua non limpida “ciao nineta”…..Questo è il punto basilare dello spinning!!! Siamo a pesca in un torrente di fondovalle e agiamo a favore di corrente stando ben riparati e/o lontano da riva visto che il luogo lo permette. Vi è una buca/lama profonda 3 metri, lunga 20 metri con un bel masso dentro a 7 metri da noi che siamo ben riparati ad inizio lama. La marmorata teoricamente dovrebbe essere sotto il masso se siamo in pieno giorno quindi l’artificiale deve passare vicino al masso e a poca distanza dal fondo!!! Rotante del N 4-5 e lancio a fine buca con recupero regolare? NO!! Quando il rotante è all’altezza del masso sarà a 1 metro da galla circa se ci pensate perché cosi si viene a formare una diagonale fra noi e il punto ove è caduto.!! Quindi ogni tanto lo si lascia cadere sul fondo e poi si ricomincia oppure ancor meglio si usa un bel minnow Cranck Bait che tenga la profondità prefissata.

D) Avere una attrezzatura idonea per il luogo e il pesce insidiato. Un filo dello 0.18 và bene a trote in torrente ma allamare un BB di 2 kg in luoghi ricchi di ostacoli collo stesso filo vuol dire perdere il pesce e lasciarlo li con una bella ancoretta o amo in bocca che non è il max della vita…
Quindi viene ovvio che lo spinnofilo deve conoscere bene i suoi “avversari”; Inutile cercare lucci in piena corrente o trote in acqua stagnante!!! BB col rotante? Certo può anche capitare in luoghi vergini ma la maggior parte si prendono con siliconici e anche minnows…ecc ecc

Le canne: L’optimun sarebbe di un pezzo unico ma visto la difficoltà di trasporto esse sono quasi tutte in 2 pezzi. Er mejo con innesto a spigot.

a) Una corta da 6 piedi per la pesca alla trota in montagna; Nei rialetti infrascati anche 150 cm. Non sarà il max ma ove la pesca si unisce all’alpinismo sarebbe utile per gli spostamenti una regolabile da mettere nello zainetto.

b) Ove il torrente si ingrossa passiamo pure a una 210 cm e quando siamo a fondovalle anche una 8 piedi và bene.

c) 270-300 cm in pieno fiume.

La potenza a seconda degli artificiali che si intende lanciare. Io ho una 210 da 2-15 gr, una 240 da 20-40 e una 270 da 10-30 gr. Potenze maggiori per insidiare siluri.
Mulinelli: Meccanica ottima visto che devono lavorare tanto. N 1000 per montagna con filo 0.16/018. N 2500 per imbobinare dallo 0.20 allo 0.25 o piccoli trecciati. N 4000 per fili dallo 0.28 in su o trecciati potenti. Di più solo se si insidiano siluri o si è certi della presenza di lucci over 10. (ricordarsi sempre il cavetto d’acciaio se si insidia questo pesce). Fili normali o trecciati? Normali se si cerca la lunghezza del lancio e la max precisione ed invece trecciati per la sicurezza della cattura e qualche speranza in più di recuperare l’artificiale se incagliato. Da evitare gli ultimi in luoghi ove vi sia la possibilità di farlo strisciare su qualcosa con angoli acuti. A cavedani in acqua ferma quasi sempre nylon. Per lucci e grandi predatori trecciati. Sempre per la treccia controllare meglio che col nylon i nodi e serrarli bene!!!
Canne e mulinelli da casting: Solo per pesca dalla barca o ove si agisca prevalentemente facendo su e giù coll’artificiale più che il classico spinning . Seno non servono ed è solo una moda.

Gli artificiali: Non ho certo voglia di stare qua a fare una disamina di essi e mi limito ad alcune cose:

A) Rotanti a paletta a forma di foglia di salice tengono meglio il fondo.



B) Rotanti con paletta inserita nell’ asse sono i più quotati (Gli ex Martin) ma non girano immediatamente e quindi sarebbero da evitare in ambienti molto ristretti.



C) Puntini rossi, gialli, blu non servono a un tubo. Io credo che l’artificiale debba essere argentato oppure ramato se agiamo in pieno sole e acque basse. Per minnows invece colorazioni di pesciolini locali van bene.

D) Gli ondulanti sono da rivalutare e conviene sempre averne qualcuno dietro. Mi ricordo che Luciano Cerchi dette ad un mio amico un piccolo ondulante in una risorgiva austriaca e le sue catture triplicarono


E) I siliconici sono sempre stati ottimi per BB. Si è scoperto quasi subito che andavano bene per i lucci e adesso tanti li usano per quasi tutti i predatori. In effetti è bene averli dietro anche nella pesca alla trota in quota. Un jig con testina piombata può agire dove altri artificiali non riescono come ad esempio quando ci si trova in postazioni elevate senza modo di arrivare a livello dell’acqua. I siliconici erano le semplici imitazioni di vermi (worm) , di rane, salamandre per i BB. Sono arrivati anche imitazioni perfette di pesci o pesciolini a coda piatta di vari colori che hanno già o vanno innescati con piombo in testa e anche su montature a Mort Manieè . Vanno fatti saltellare sul fondo generalmente.



F) Non lesinare sulle dimensioni degli artificiali. Usateli più grossi di quelli che siete portati a pensare!

G) Non abbiate paura di perderli!!! Se vi è un ramo sommerso è facile che il pesce sia li sotto. Più lontano lanciate rispetto al ramo meno speranze avete di prenderlo. Lo so che costano ma è cosi!!! Potete però anche dedicarvi all’ autocostruzione e quindi vi passò il miglior link: http://xoomer.alice.it/cjbur/index.htm

H) I Minnows vanno legati direttamente senza uso di girelle e moschettone

I) Se si “accatta” un minnow nuovo controllarne il movimento prima di eseguire veri lanci in modo da saperne azione e movimenti.. Certi agiscono quasi da soli, altri vanno animati con movimenti della canna ed altri ancora sono delle “bufale” vere e proprie.



J) Artificiali non comuni sono gli spinnerbait generalmente usati per BB e lucci che hanno una “montatura” ad archetto con da una parte uno/due palette e dall’altra un grosso amo contornato da striscioline di plastica. I BuzzBait (che io chiamai SpruzzBait in una clamorosa gaffe internet…J per la somma goduria dei miei detrattori e con anche una invenzione di tal nuovo artificiale da parte di un autocostruttore/odontoiatra J che indovinate cosa imitava) che al posto delle palette hanno una elica e sono da usarsi generalmente a galla per fare degli spruzzi. Sulla falsariga vi sono minnow con elica in coda. Roba da BB!



I pesci da spinning; Ma perché abboccano a qualcosa di “falso”? Semplice!!! Nel loro mondo non esiste il falso!!! Una cosa che si muove in acqua è per loro qualcosa di vivo!! Che poi aggrediscono per fame, difesa del territorio o irritati dalla presenza estranea non interessa nel discorso. Per loro è qualcosa di naturale!! E’ come se piovesse biglietti falsi da 50 euro con un leggero venticello..Tu li prendi per prima cosa o no???? Certo che col NK, coi tratti NK certi pesci punti varie volte guarderanno ben bene prima di assalire…

Cmq i catturabili sono: Cavedano, Trota, Luccio, Persico Reale, Persico Sole, Persico Trota, Lucioperca o Sandra, Striped Bass, Salmerino, Aspio, Siluro, Channel, grosse scardole, Agone, Cheppia .Occasionalmente anche grossi barbi e anguille.




Walter Scandaluzzi

mercoledì 17 febbraio 2010

Spinning in Slovenia

Leggi di qua, senti di là sembra che in Slovenia si peschi solo a mosca od almeno cosi pensavo fino a quando conobbi in uno dei tanti forum di pesca internet il signor Claudio Zoccoletto di Gorizia abile pescatore con svariate tecniche che mi informo della possibilità di praticare anche lo spinning nella Soca ovvero l’ Isonzo sloveno prima del confine di Salcano.



La segnalazione da parte sua di un link (Gorjan Franko) dedicato alla famosa guida slovena e la vista di esemplari di trote da infarto mi fece crescere la voglia di fare un saltino da quelle parti. “Nella vita si vive anche di sogni e per un pescatore la cattura di una marmorata over 5 kg è senz’altro uno di questi e perché non inseguirlo in un posto ove la realizzazione sia meno difficile che nei vicini Ticino, Dora Baltea, Adda?” dissi fra me e me stesso. Cosi’ a settembre 2004 lasciai in pace per un paio di giorni i pesci della Drava carinziana per dedicarli alla ricerca della marmorata slovena naturalmente assieme a Claudio. Non fù certo una spedizione curata nei minimi particolari per ottenere delle catture di rilievo in quanto le ore dedicate alla pesca non furono molte e soprattutto effettuate in periodi della giornata di piena luce classicamente inadatti alla pesca alla trota.



Infatti l’incontro con Gorjan, di cui Claudio è amico, fra una storia ed una fetta di delizioso prosciutto crudo intervallati da un sorso di birra si porto via quasi l’intera giornata facendoci andare ad immergere le esche già alle 15. Fatti i permessi del costo di 25 euro a Plive presso OKREPCEVALNICA “PRI MOSTU” tel 065/52-523 (I) 00386/52-523 appena oltre il ponte sulla Soca per la locale riserva che comprende l’ultimo tratto dell’ Isonzo sloveno lungo molti km. Gorjan ci assicura la presenza delle trote, l’onestà del prezzo rapportata a quella di altre zone e si sofferma molte volte a dirci che lui non è un traditore come lo considerano quelli della Famiglia (riserva) di Tolmino ma semplicemente che è molto adirato visto che là è anni che lasciano fare prelievi indiscriminati di inerti, che le ruspe sono sempre in acque e non vi più microfauna, non vi sono più scazzoni e quindi i salmonidi autoctoni sono drasticamente diminuiti e quindi consiglia ai pescatori esteri la zona inferiore.


Alla sera nel suo laboratorio vediamo le sue mosche per la pesca a mosca e ci sistema presso una casa case privata. Noi ci porto dalla signora XXXXXX dove abbiamo speso 34 euro in 2 con alloggio, prima colazione ed una bottiglia di distillato di pere che ci rese inabili alla pesca fino a tarda mattinata… Anche perché la signora xxx si soffermò con noi sotto il patio fino alle 2 circa di notte e i miei “oci” erano puntati su due particolari trote di misura almeno della dodicesima….



Nonostante le ore poco propizie un discreto numero di marmorate, fario ed iridee usci e rientro nelle chiare acque dell’ Isonzo spinnofilando per lo più con grossi tandem e rotanti del N 4 che però non impedirono che gli esemplari fossero di taglia medio-piccola. Pazienza….gli esemplari di mole superiore usciranno in future occasioni che senz’altro da parte mia vi si saranno dato che sono stato più che ben impressionato da questo fiume che mi ricorda vagamente Il Toce medio-basso ma immerso in una natura più rigogliosa.



Walter Scandaluzzi

Sgombri e sugarelli a traina

La traina sotto costa è una pesca che ben si adatta a chiunque sia munito di una piccola imbarcazione visto che, come si evince dal nome stesso, si pratica a poche miglia dalla terra ferma e a velocità assai contenute.
Ogni periodo dell'anno ha le sue prede e il suo tipo di traina, ad esempio i mesi di gennaio e febbraio si prestano alla traina dei totani e l'intero inverno è molto indicato per la traina alle spigole, sia con esca viva che con esca morta o artificiale.
Quella che vorrei affrontare qui è la traina tipica dei mesi estivi e dei primi mesi dell'autunno, all'incirca nel periodo compreso tra maggio e ottobre.
Mi concentrerò volutamente sulla più semplice ed economica da praticare, lasciando da parte quella con esca viva dedicata principalmente a grandi predatori come lecce e serra, che è tutto un altro discorso.
Attenzione però a non prendere questa pesca eccessivamente alla leggera; come tutte le pesche più antiche non richiede l’uitilizzo di attrezzi iper tecnologici, ma necessita di una buona consocenza del mare e dei suoi abitanti.
Partiamo proprio coi pesci a cui è rivolta questa pesca: la due prede più tipiche sono gli sgombri e i sugarelli, tra i quali può però capitare qualche sorpresa come piccole palamite, lampughette, e lucci di mare.
Vediamo ora l’attrezzatura, iniziando dalle canne. Trattandosi di una traina assai leggera saranno sufficienti delle canne fino ad un massimo di 8 libbre, abbinate a dei mulinelli a bobina rotante. Il mercato offre le più svariate possibilità di combinazione, e si trovano anche attrezzi più che utilizzabili a prezzi decisamente modesti. Non c’è necessità di ricercare canne dall’azione particolare (vedi canne stand-up etc), le economiche canne in 2 sezioni ad anelli classici ci forniranno tutto quello di cui abbiamo bisogno.
Se vogliamo fare qualche nome si può citare la Mackrel Boat 8 lb della Leader Line, il cui prezzo si aggira sui 25 euro, oppure la Antigua della LineaEffe sempre da 8 lb, il cui costo è attorno ai 20-25 euro.
Anche per quanto concerne i mulinelli si possono usare attrezzi acquistabili senza dover accendere un mutuo.
Cito anche qui un paio di nomi, giusto per dare un’indicazione, ma come per le canne si può trovare anche molto altro sempre restando su queste cifre.
Un buon mulinello è il Colmic SRO 2030G che costa sui 40-45 euro, oppure il Classic CL300L della Okuma, anche questo dal prezzo molto simile al precedente.
Qualche purista potrebbe obiettare che per questo genere di pesca l’attrezzatura adatta sia costituita da canne molto più leggere su cui montare mulinelli a tamburo fisso, ma personalmente ritengo più utile avere attrezzi utilizzabili anche per traine un po’ più “robuste”, vedi ad esempio quella ai tombarelli, così da evitare l’acquisto di più attrezzi…se si può risparmiare qualche euro, soprattutto di questi tempi, perché non farlo?
Sui mulinelli potremo imbobinare del mormale nylon di diametro compreso tra lo 0.35 e lo 0.40. L’imbobinatura del filo è un’operazione a cui prestare attenzione, soprattutto coi mulinelli a tamburo rotante. Bignagna fare attenzione che il filo sia ben distribuito e che non ci siano parti dove la sua tensione è minore rispetto ad altre, altrimenti sarà molto facile trovarsi delle parrucche difficilemente districabili.

In precedenza ho scritto “iniziamo dalle canne”, già, perché le canne non sono l’unico strumento per questa traina.
Gli altri nostri attrezzi saranno gli STIM, affondatori/segnalatori di abboccata, che ci consentirano di perlustrare anche gli strati più profondi dell’acqua.
Se ne trovano di tutte le forme,colori e peso e il loro utilizzo è assai semplice.


Vediamo prima di tutto come si montano e cosa ci serve per utilizzarli.
Fondametale è procurarsi due sugheri ognuno dei quali avrà sopra 20-30 metri di cordino da 1,5 mm, che sarà la “madre” a cui collegheremo lo stim e poi un rocchetto di nylon dello 0.35 0-40 che useremo come finale.
Quando acquisterete gli stim noterete che hanno due serie di buchi, una posta in coda e l’altra nella parte centrale, ai quali solitamente troverete già fissate due grosse girelle munite di moschettone.
Alla girella che troveremo nella parte centrale dell’affondatore fisseremo il cordino, mentre a quella posteriore andrà legato il nylon al quale poi aggiungeremo l’artificiale.
A questo punto c’è da fare attenzione, sia per quanto riguarda il posizionamento delle girelle che per quanto riguarda la lunghezza del finale, ma andiamo con ordine.
Come avrete visto ci sono almeno 3 fori in coda e 3 nella parte centrale (spesso sono 4), e ognuno ha il suo utilizzo ben preciso. Quelli nella parte centrale serviranno a determinare la profondità a cui manderemo lo stim; se metteremo la girella nel foro più vicino alla punta dello stim lo terremo alla minima profondità di pesca, mentre se la posizioneremo nell’ultimo lo manderemo alla massima profondità di pesca.
Anche i fori nella coda hanno la loro ragione e sono fondamentali perché pescando con 2 stim in acqua un posizionamento non corretto significa un garbuglio sicuro alla prima virata della barca o al primo pesce preso.
Teniamo ben presente una semplice regola. Lo stim che sta a dritta avrà la girella col finale poszionata nel foro più a destra e lo stim a sinistra avrà la girella col finale posizionata nel foro più a sinistra. Per rendere la cosa ancora più semplice possiamo dire che ogni stim deve avere la girella col finale posizionata sempre nel foro più esterno rispetto alla barca.


Ribadisco che l’attenzione a questo particolare è molto importante, perché sarà questo a determinare la direzione che prenderà lo stim ad ogni colpo di timone e durante il recupero del pesce.
Parlavamo prima di lunghezza dei finali. Come per quasi tutto quello che riguarda la pesca ogni pescatore ha le sue teorie e ha fatto i suoi esperimenti. Io faccio sempre il finale lungo 15 metri, ma poi sta a chi pesca cercare le proprie soluzioni.
Su come si calano e come ci segnaleranno l’abboccata i nostri cari stim mi soffermerò in seguito.

Concludiamo la nostra carrellata sulle attrezzature soffermandoci un attimo sugli artificiali.
Nei negozi e in rete ne troverete di ogni genere e forma. Comunque le categorie più indicate per questa pesca sono: ondulanti, reperibili in diverse forme e colorazioni. I più classici e, a mio avviso, i più funzionali sono i martellati, riconoscibili per la tipica picchiettatura sul lato, e un tipo chiamato GRAN PESCATORE.


Ritengo opportuno spendere sue parole su questo artificiale perché è assai versatile e catturante, ma per renderlo ancor più micidiale necessita di una piccolissima modifica. Non spaventatevi perché non si tratta di mettere mano a trapani, lime e martelli. Vi dovete limitare ad accentuare leggermente la sua piegatura nella parte centrale; basterà una leggera pressione con le dita, nulla di più.
Il “gran pescatore” è munito di un singolo amo, ma se volete potete intervenire sostituendolo con un’ancoretta. E’ sufficiente svitare il piccolissimo perno che tiene l’amo nella coda dell’artificiale e poi inserire uno di quegli anellini appositi per le ancorette.
Questa della sostituzione dell’amo è un’operazione che io faccio sempre soprattutto perché i sugarelli hanno una bocca molto fragiule e con l’amo singolo si possono slamare molto facimente.
Sono utilizzabili anche piccoli minnow, solitamente hanno dimensioni comprese tra i 5 e i 7 cm e le colorazioni sono quelle tipiche del pesce foraggio.


Un altro artificiale assai utile sono le piumette, senza dubbio l’esca artificiale più antica che l’uomo abbia mai concepito,
Ne esistono di vari tipi, alcune piombate, altre prive di zavorra e si possono trovare già armate di amo oppure da montare. Anche in questo caso le colorazioni reperibili sono molto varie così come le dimensioni, le più indicate, come per i minnow sono tra i 5 e gli 8 cm.

Adesso dobbiamo andare in mare…ma il mare è grande, quindi come scegliere la posta? Quali sono le profondità su cui andare?
Inutile dire che anche in questo caso non si può pensare di trovare la soluzione definitiva in questo o in mille altri articoli. Questo è un concetto a cui tengo molto, ma a cui vedo che in pochi danno peso. Nessuno, se non l’esperienza diretta può indicarci e farci scoprire i posti migliori. Ogni litorale, ogni braccio di mare hanno i loro segreti e le loro particolarità. Quella che posso darvi io, o chiunque altro, è solo un’idicazione generale, un punto di partenza, ma per il resto sono solo pratica e costanza a fare la differenza.
Ma veniamo a qualche informazione che può risultare utile.
Prima fra tutte è la VELOCITA’. In qualsiasi tipo di traina, in cerca di qualsiasi preda, è la velocità a cui si traina che fa la differenza. Questa si pratica con un’andatura abbastanza contenuta, non oltre i 3 nodi l’ora.
Ovviamente bisogna calare le nostre lenze e anche la distanza di pesca dalla barca ha la sua importanza.
Potremo lasciare alle canne circa 40 metri di filo, mentre gli stim pescehreanno a circa 30 metri finale compreso, quindi come detto in precedenza avremo 15 metri di nylon dallo stim al notro artificiale e 15 metri di cordino che andrà dallo stim alla barca; per fissare gli stim basterà fermare il cordino alle bitte posteriori della barca.
Una piccola raccomandazione va fatta per quanto riguarda la calata degli stim. Una volta disteso il finale e fatto scendere in acqua lo stim questo si inabisserà e mentre facciamo scorrere il cordino è utile trattenerlo di tanto in tanto per evitare che l’affondatore vada ad ingarbugliarsi col finale.
In genere i tratti di mare preferiti dalle nostre prede sono quelli nei pressi di scogliere che scendono ripidamente verso il mare e le batimetriche migliori sono comprese tra i 16/17 e i 22/25 metri.
Una cosa a cui è importante imparare a fare l’occhio è l’individuazione delle mangianze, cioè dei banchi di acciughe e altri pesciotti che sono il cibo preferito in particolare degli sgombri. In condizioni di mare particolarmente calmo non sarà difficile individuarle perché vedremo l’acqua che letteralemente ribolle per via dei salti di questi pesci che cercano la salvezza dai predatori che sono sotto, mentre col mare un po’ increspato ci vorrà un po’ più di allenamento nell’individuarle. Dei buoni segnalatori sono comunque i gabbiani, che in presenza di mangianze vedremo tuffarsi ripetutamente.
Se ci capita di vederne una non facciamoci prendere dall’ansia della cattura ed evitiamo accuratamente di passarci in mezzo; iniziamo piuttosto a girarci intorno e le catture non mancheranno comunque. Passandoci sopra con la barca avremo come risultato solo quello di rompere la mangianza ed allontanare le nostre prede.
Bisogna comunque sempre ricordare che sgombri e sugarelli girano in grandi branchi, quindi una volta fatta una cattura giriamo la barca e facciamo altre passate nel medesimo punto perché le catture saranno sicuramente ripetute.

Per quanto riguarda le mangiate con le canne il segnale è quello tipico, cioè vedremo la canna piegarsi. Con lo stim invece sarà rappresentato dal suo affioramento sull’acqua. Lo vedremo letteralmente emergere e a quel punto dobbiamo iniziare il sapaggio con le mani.

Per finire qualche informazione sulle leggi e sulla sicurezza. E’ sempre bene tenere a mente, oltre alle basilari norme della navigazione, che abbiamo in acqua diverse decine di metri di lenze e quindi durante le manovre c’è da prestare ancora più attenzione ad eventuali imbarcazioni nelle nostre vicinanze. Il quantitativo massimo di pesce trattenibile per barca è di 5 Kg e anche per sgombri e sugarelli esistono le misure minime che sono rispettivamente di 18 e 12 cm.




AFFONDATORI TRAINA

Accessori TRAINA

Artificiali Traina

martedì 16 febbraio 2010

La provincia di Novara

La provincia di Novara è una delle più ricche d’ acque della nostra penisola comprendo una porzione dei 2 grossi laghi Maggiore e D’Orta ed essendo stretta fra Il Ticino ed Sesia che fanno da confine in molti punti con altre provincie. Dentro essa nascono e scorrono per buona parte del loro percorso i torrenti Terdoppio e Agogna oltre a vari rii e fontane; innumerevoli e dalle diverse portate sono i canali di irrigazioni che danno acqua ai terreni di una zona dalla spiccata tendenza agricola rivolta soprattutto alla coltivazione del riso. Questo non vuol dire che troveremo pesci ovunque dato che innumerevoli sono i problemi legati alle acque e in primis le asciutte autunnali dei canali e la presenza da decenni del cormorano, inquinamenti vari. Sopperite in parte in parte le prime dai volontari di associazioni gestionali degli stessi canali, purtroppo irrisolto il problema degli uccelli ittiofagi. Tornando al riso è da sottolineare come il progressivo avanzamento di un nuovo tipo di coltivazione che prevede molta meno acqua della vecchia stia creando parecchi problemi alle falde acquifere e quindi ai numerosi fontanili.
Ma veniamo ad una analisi delle acque.

Laghi

Lago D’ Orta: Appartiene per circa la metà alla provincia ed il restante a quella di Verbania. Ha una area di oltre 15 kmq, un volume di 1.3 Km cubi, un bacino di 116 kmq con un tempo di ricambio dell’acqua di quasi 9 anni. La sua è una situazione strana ed emblematica di quello che può fare l’ uomo alla natura. Capace di regalare ai pescatori professionisti qualcosa come 7.000 kg di coregone, 5000 kg di trote di lago e molti altri pesci fino al 1927 si ritrova senza una anima viva ittica l’anno dopo causa un inquinamento della neonata ditta Bemberg che fa morire la fauna planctonica e conseguentemente il cibo per i pesci. Negli anni “60 l’ inquinamento aumenta anche. Verso il 1982 l’ inquinamento comincia a diminuire e un po’ di pesci persici reali dimorano nel lago specialmente dove si immettono i ruscelli che scendono dai monti circostanti. Fra il 1989 e il 1990 si effettua una operazione di liming immettendo nelle acque 15.000 tonnellate di carbonato di calcio per diminuire l’acidità dell’ acqua e la cosa riesce bene. Attualmente la situazione è abbastanza buona e si registrano catture di persici reali e cavedani discrete oltre all’ accertata presenza di trote, salmerini, lucci, carpe, tinche e anguille introdotte all’ inizio e si spera anche riprodotte. Si può pescare colla sola licenza governativa.


Il lago Maggiore o Verbano ha una area di 212.5 kmq, un volume di 37.5 km cubi, un bacino 6600 Kmq ed un tempo di rinnovo dell’ acqua di 4 anni. Il maggior problema del lago rimane il DDT presente nelle sue acque e derivante da alcuni scarici nel Toce da parte di una azienda che lo usava per una specifica lavorazione. Una storia tormentata coi soliti problemi legislativi. Il lago fa parte delle acque in coabitazione colla svizzera e perciò la pesca è sottoposta alla convenzione italo svizzera. Il DDT fu scoperto nel 1993 dagli svizzeri e segnalato poi all’ Italia. Esso si accumula nel grasso dei pesci e specialmente in quello di certe specie. Perciò in Italia si è vietato il consumo di alborelle, coregoni,agoni e scardole provvedendo a dare indennizzo ai professionisti di pesca. La cosa strana è che la soglia di pericolosità non è eguale ovunque legislativamente e quindi tali pesci sono consumabili in svizzera…e lo sarebbero in altre nazioni. Misteri della scienza o della medicina…Al momento di scrivere sembra che alcuni divieti siano stati tolti meno sicuramente quello al consumo dell’ Agone. Nel lago sono diminuiti di molto i cavedani anche se qualche bel esemplare rimane ed è catturabile più che altro a spinning con minnow visto che la famosa convenzione vieta la pasturazione col bigattino (non l’uso) e che senza di essa allamare l’astuto ciprinide in acque ferme è impresa difficile. La pesca nel Verbano dà buoni frutti soprattutto dalla barca che da modo di insidiare Black bass nei canneti di Dormelletto oppure le rare trote lacustri trainando colla trotiera. Si stanno riprendendo le alborelle dopo il declino anche se alcuni branchi di pesciolini avvistabili dalle rive sono gli alloctoni Gardon presenti in gran numero; La presenza straniera è più accettata e direi quasi gradita invece per i luccioperca. Diminuiti ma ancora ben presenti i persici reali insidiabili con successo se si conosce la posizione dei quadrati di fascine immesse in acqua per favorirne la riproduzione. Mister Esox dimora con esemplari notevoli che sono preda di anziani esperti che li insidiano nei luoghi migliori dalla barca col vivo o trainando grossi minnows. Abbisogna della FIPSAS per esercitare la pesca.


Torrenti

Il Torrente Terdoppio nelle cui acque ho immesso le mie prime lenze e reti da bilancia nasce nei pressi di Agrate Conturbia da alcune risorgive e solca tutta la pianura fino a gettarsi nel Po nel pavese dopo 86 km. Considerata legislativamente acqua pregiata fino alle porte di Novara ed esattamente fino a quando il canale Regina Elena lo sovrapassa è purtroppo soggetto a notevoli asciutte nei periodi di siccità nella parte alta e soggetto ad inquinamenti nel tratto a monte e valle della città causati da scarichi caseari e da fogne. Oltre Cerano si sperde in decine di rivoli che si riuniscono successivamente. Alcuni considerano i 2 tratti come 2 entità separate classificandoli come Terdoppio novarese e pavese. Appena discreta la presenza di vaironi, trote, carpe e cavedani nella parte medio alta; più che buona quella di lucci anche se di dimensioni medio piccole in quella bassa dopo Novara. Questo per merito anche della provincia che provvede ad immettervi un buon quantitativo di luccetti (15000 nel 2004 di misura 3/5 cm) e trotelle e di carpe adulte. E’ pescabile colla sola licenza governativa.


Il Torrente Agogna nasce dalle pendici del Mottarone a quasi 1000 metri di quota e solo il caso vuole che non si getti nel lago D’ Orta. Scende quasi parallelo al Terdoppio lambendo Novara dalla parte opposta e facendo la sua stessa fine nel PO a Balossa Bigli dopo 140 km di percorso compreso quello in provincia di Pavia. Ottimo torrente da Trote nella parte montana risulta alquanto depauperato da fauna ittica nel tratto sottostante anche se “qualcosina” resta sotto forma di cavedani, barbi e trote di immissione provinciale . I grossi branchi di lasche sono solo un antico ricordo mentre gli altri pinnuti sopravivono in numero più o meno ridotto a seconda delle zone ma mai abbondanti. Da segnalare nel tratto finale del suo corso novarese l’ Agogna morta cioè una lanca abbandonata dal torrente in seguito ad opere idrauliche e considerata una zona umida di interesse scientifico. Pescabile colla normale licenza. Gli altri torrenti sono tutti rialetti di poco conto se si esclude il Torrente Rese che si getta nel lago Maggiore a Dormeletto e che è popolato bene da trote essendo gestito da un gruppo locale di pescatori associato al CAGeP. Per pescarvi occorre buono reperibile nei negozi della zona.

Fiumi

Il Sesia nasce dal massiccio del monte Rosa ed è amministrativamente appartenente alla provincia di Novara da poco a valle di Borgosesia fino a poco dopo Landiona delimitando i confini con Vercelli. In questo tratto comincia a diventare un bel fiume di fondovalle e specialmente nel tratto fino a Romagnano si può dire che la pesca trova una buona applicazione specialmente rivolta verso i salmonidi. Personalmente lo considero uno dei tratti migliori che conosca per praticare lo spinning medio con rotanti anche N 3-4 e minnows di medie dimensioni affondanti, galleggianti o Crack bait a seconda del luogo. In gestione alla locale sezione della FIPSAS occorre un versamento ulteriore di 18 euro per accedervi a pescare. A monte del ponte della statale che collega il paese a Gattinara è ben seminato da iridee e da novellame di marmorata 6/8 cm prodotto nell’ incubatoio di Grignasco . La sorpresa della bella marmorata non è un evento rarissimo, anche se difficile, da verificarsi mentre la taglia media si aggira sugli 8/9 etti. Possibile allamare qualche temolo di discesa dai piani più alti. La grossa lama in paese è ben popolata di ciprinidi vari fra cui spicca una grossa popolazione di barbi. Campo gara è da considerarsi una palestra per la pesca con bolognesi e fisse. Difficile l’uso della roubissianne in quanto la massicciata è abbastanza ripida . Da segnalare una zona riservata alla sola pesca a mosca No Kill , anche invernale, a Grignasco sempre della FIPSAS e sempre con ulteriore versamento. Più a valle è pescabile colla sola licenza governativa ed è abbastanza disastrato.


Il fiume Ticino nasce in Svizzera dal massiccio del San Gottardo per poi entrare nel lago maggiore presso Magadino. Ne esce a Sesto Calende con una portata d’acqua maggiore. Lungo 248 Km di cui 90 in Svizzera ha un bacino imbrifero di 7228 kmq.
La portata massima del fiume è stata calcolata attorno ai 1150 metri cubi al secondo in ottobre e quella minima in 52 a febbraio; L’acqua utilizzata per derivazioni idriche è di circa 20 milioni di metri cubi in estate e di 13 in inverno che fanno diventare il fiume in periodi di asciutta quasi simile ad un torrentello . Esse sono La roggia Molinara, Il canale Regina Elena nella parte alta , il canale Langosco a Cameri e Sforzesco a Galliate. Avendo consultato parecchi esperti pescatori che vivono sulle sue rive e anche un altro collaboratore autorevole di questa rivista posso tranquillamente affermare che il Ticino dopo l’ultima diga è in una fase comatosa per quanto riguarda la fauna ittica.
Abbastanza barbi nei fondaloni specie a Cameri ma una grande rarefazione di cavedani e soprattutto la quasi scomparsa di savette e pighi che lo avevano reso famoso. La tanto nominata marmorata è un sogno e solo qualche vecchio esemplare di notevole mole resiste inseguita da bracconieri che usano barche e fucili subacquei per tentarne la cattura. . Di certo la colpa maggiore è dei cormorani ma bisogna anche mettere nel conto che sul fiume gravitano ben 58 depuratori come già segnalato da Angelo Ramella sulla rivista in altro numero. E ben sappiamo come funzionano i depuratori in Italia…


Le lanche ogni tanto rivedono un fiorire di lucci che appena sono segnalati subito sono catturati in maniera quasi totale col pesce vivo. Ultimo caso la lanca Barcellona a Galliate dove esce il Naviglio Sforzesco che abbondata da anni dai pescatori in maniera totale da non aver più postazioni come da me stesso riscontrato ha avuto la sventura di veder un anziano che provava a fare 3 colpi col rotante…Preso il primo luccio, preso il secondo, ci è tornato giorno dopo giorno col vivo fino a prenderne oltre 20…l’opera è stata poi completata da altri colleghi. Questa è la storia che mi ha raccontato quasi colle lacrime agli occhi un mio buon amico guardia volontaria del CAGeP e dimorante nel comune che da tempo sapeva di questo ritorno di mister Esox e si era guardato bene di diffondere la cosa conoscendo l’abitudine dei suoi paesani alla padella….Nella parte alta, appena uscito dal lago, dove è invasato invece la situazione è nettamente migliore con una buona presenza degli alloctoni Gardon e Lucioperca e anche di lucci di tutte le taglie fino a qualche Over 10 kg. Non mancano i grossi cavedani e resistono le altre specie in maniera decente.
Sul Ticino gravitano 2 parchi e mi soffermo a chiedermi cosa servono 2 entità amministrative per un unico fiume? Forse ad aumentare i cosiddetti “cadreghini”… Penso forse male?
Penso male quando mi chiedo se per caso non operino non molto bene questi parchi che esistono da un ventennio visto che in tal lasso di tempo la situazione delle acque e dei pesci è andata via via peggiorando?
Penso male quando vedo i soldi versati nelle casse del parco per opere sul Ticino andare a finire nell’ acquisto di grandiose ville invece che sul fiume che è quello che ha subito i danni? Non è forse di esso il merito della costituzione dei parchi e quindi dello stipendio che prendono i funzionari? Scusate la riflessione ma sono abbastanza perplesso sulla reale intelligenza umana quando vedo tenere in cosi’ poca considerazione l’acqua che è uno dei elementi essenziali di tutta la vita del pianeta.
Certo di progetti ne hanno fatti molti ma i risultati dove sono?
Il Ticino è tutto soggetto a Diritti Esclusivi di Pesca e quindi oltre alla licenza governativa bisogna la tessera FIPSAS o CAGeP ; Per le derivazioni è la stessa cosa ed anzi oltre alle suddette associazioni se ne aggiungono altre fra cui le maggior sono i Pescatori di Cameri per la lanca nel comune omonimo, SPD Galliate e UP Trecate per i tratti scorrenti in quei comuni.


Rogge e canali

Molteplici sono le roggie e fontanili che attraversano il novarese. Sono quasi tutte in gestione al CAGeP e qualcuna alla sezione FIPSAS di Novara. Della più importante cioè la roggia Mora assieme con le sue derivazioni Busca e Biraga ne ho già parlato ampiamente nel numero di maggio 2005 e perciò vi rimando là. Di buona importanza alieutica anche il canalino di Veveri che riceve acqua dal Regina Elena fino a fine settembre e poi da una roggia; di cemento le sponde e di sassi il fondo contiene un buon numero di pesci vari ed in special modo trote iridee di immissione, barbi e cavedani difficili da prendere, specie le ultime 2 specie, per la scarsa profondità e la limpidezza dell’ acqua.
Da non dimenticare la fontana Cerana che si immette nel Terdoppio presso Cerano ed ospita una consistevole popolazione di lucci anche se di taglia medio piccola oltre a ciprinidi vari. Altre sono le fontane potenzialmente buone come il Cavo Cid e molte lo erano una volta prima che il progressivo abbassamento della falda acquifera riducesse di molto la loro portata. Lunga 18 Km. dall'attuale imbocco in regione "Campo dei Fiori" fino alla confluenza nelle Lanche di Cameri presso la presa del Naviglio Langosco, la Roggia Molinara costituisce una tra le maggiori, e certamente la più antica tra le canalizzazioni della sponda destra del Ticino essendo stata costruita alla fine del 1400. Di buona grandezza anche il Ticinazzo a Galliate ed il Treccione, ex regno della frega delle marmorate, che derivano entrambi dal naviglio Langosco.
Queste roggie e fontanili danno e ricevono acqua molte volte dai grossi canali che solcano la pianura.


Il Cavour nasce dal Po a Chiasso ed è stata una delle più grosse opere idrauliche mai realizzate se si pensa che la sua costruzione è avvenuta attorno alla metà del 1800. Esso riceve acqua dal Canale De Pretis derivato dalla Dora Baltea e successivamente dal regina Elena prima di formare il Quintino Sella. Finisce la sua corsa a Galliate con uno scolmatore in Ticino e formando il canale Vigevano. I pesci che vi dimorano sono quelli che si immettono in esso dai fiumi oltre ad un buon numero di roba immessa dal CAGeP. Quindi vi possiamo trovare un po’ di tutto compreso qualche sorpresa. I luoghi migliori per la pesca sono presso i sottopassi del Torrente Agogna e Terdoppio. Il Regina Elena deriva dal Ticino alto e finisce nel Cavour alle porte di Novara. Cementato interamente e con forte corrente si presta alla pesca vicino alle centraline idroelettriche poste nel suo tratto finale. Pesci del Ticino e trote iridee di immissione le prede per il pescatore. Il Q. Sella come detto nasce dal Cavour e prosegue fino a Cilavegna dove si dirama nei diramatori Mortara e Pavia. Popolato dagli stessi pesci del Cavour oltre che un buon numero di fario immesse allo stato giovanile. Ottime zone per la pesca sono la buca iniziale dietro alla centrale ed il tratto No Kill dietro la stazione ferroviaria di Novara, buono comunque tutto il suo corso. Dopo settembre questi canali vengono posti in asciutta almeno semi parziali e nelle zone con meno acqua i pesci vengono recuperati ed immessi altrove dai volontari del CAGeP.


Il naviglio Langosco nasce dal Ticino a Cameri ed è in gestione al CAGeP per lungo tratto. Pesci del fiume ed immissione di trote iridee periodicamente.
Il naviglio Sforzesco scorre parallelo al Langosco e nasce dalla lama Barcellona del Ticino. Riserva sociale dell’ APD NO e data in gestione al Club Pesca Sportiva di Novara è adibita un tratto alla sola pesca con la coda di topo ed un altro sempre alla stessa ed allo spinning. Abbisogna tessera annuale o buono giornaliero



Parecchi i laghetti nati da escavazioni. Alcuni sono adibiti a pesca sportiva come il Nuovo Lago Maggiore a Galliate e ben popolato da storioni, altri a carpodromo ,altri in gestione ad associazioni di pescatori come i laghi Inglesa, la cava di Cameri, il laghetto Orione dell’ APD NO Team tanto per citarne alcuni.
Il personaggio

Parlare della pesca a Novara e non parlare di Renato Pellò non esiste!


Industriale della plastica come lavoro e presidente dell’ APD NO da decenni come Hobby od il contrario come dicono molti alla soglia dei 50 anni è riuscito a concretizzare il suo sogno cioè una unione, seppur parziale, di acque soggette a DEP in gestione ad alcune associazioni prima disgiunte: IL CAGeP ovvero il Coordinamento Acque Gestionali Piscatorie . Nato prima come semplice unione per interagire colle forze politiche ed amministrative dal 2005 gestisce un parco acque per oltre 1000 km di sponde e pescabili con un solo tesserino. La presidenza della consulta regionale piemontese è sempre affidata all’ assessore ma Renato è il vicepresidente eletto ed eletto con una maggioranza cosi grande che ne consacra la sua figura non solo nel novarese ma in tutta regione. In una regione dove la FIPSAS ha molte acque credo che ciò debba fare pensare parecchio riguardo al proprio operato ai dirigenti della federazione. Grande pescatore ma soprattutto eccelso conoscitore del mondo della pesca in tutte le sue forme ha anche redatto alcune bozze di legge regionale anche se l’impresa di averne una nuova in Piemonte si stà rivelando una impresa ciclopica dato il disinteresse quasi totale delle forze politiche verso il nostro mondo. Pur non approvando al 100% il suo operato l’ho sempre definito come il Messia perché tale lo ritengo per la pesca. Divertentissimo un episodio legato a questa denominazione. In una pescata su un lago ecco che i 2 compagni del Pellò salgono in fretta e furia sulla barca e cominciano a remare lasciandolo a terra e gridandogli “ Tu sei il Messia…cammina sulle acque!”. Forse anche per questo mi guarda sempre con un occhio storto quando ci vediamo…
Indirizzi utili

- APD NO e CAGeP


- FIPSAS Novara –Strada comunale per Nibbia N 8 Tel 0321/391281

Ufficio Caccia e Pesca al quarto piano di Corso Cavour 4 a Novara Tel 0321/378424 dalle 8.30 alle 14 e al Lunedi e Giovedi anche dalle 15.30 alle 17.30

-ASP Trecate a Trecate in Via Dante 11 Tel 0321/75957

- Enalcaccia Pesca Tiro
28100 Novara (NO) - 39, Via Fara
tel: 0321 475541
-Nuovo lago Maggiore- centro di pesca sportiva
Località Ponte Ticino
Galliate (NO) Tel 0321/862759

Negozi di Pesca

PARNISARI FRATELLI sas
28040 Lesa (NO) - 2, v. Opifici
tel: 0322 772152 - fax: 0322 76647

Strategia (s.n.c.) armeria
28041 Arona (NO) - 13, VIALE BARACCA FRANCESCO
Tel 0322 46506

Ciani Sport (s.a.s.) armi - Munizioni - Pesca
28010 Briga Novarese (NO) - 165, VIA BORGOMANERO
tel: 0322 917177

Gioria Carlo caccia Pesca E Sport Strategia (s.n.c.) armeria
28077 Prato Sesia (NO) - 24, VIA GIACOMO MATTEOTTI
tel: 0163 850200

M.a.p. Di Freddi Giovanni & Gobetti Rosangela articoli Da Pesca
28053 Castelletto Sopra Ticino (NO) - 22, VIA MARZABOTTO
tel: 0331 972528

Mora Christian Angelo articoli Sportivi Pesca
28021 Borgomanero (NO) - 113, VIA MARCONI
tel: 0322 846563

Parachini Michele pesca E' Sport
28053 Castelletto Sopra Ticino (NO) - 22, VIA VIGEVANO
tel: 0331 962220

Roberto Leso Snc Di Leso Roberto & C.
28100 Novara (NO) - 87, VIA MURATORI LUDOVICO ANTONIO
tel: 0321 469722

Boutique della Pesca
Corso della Vittoria 51
28100 Novara

G.u.n. (s.n.c.) articoli Pesca E Caccia
28100 Novara (NO) - 184/B, VIALE GIULIO CESARE
fax: 0321 461997

Triesport pesca Sportiva
28100 Novara (NO) - 80, CORSO TRIESTE
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Turismo

Il capoluogo e l’area circostante non hanno una grande valenza turisitica anche se la grandiosa cupola di San Gaudenzio ed il Broletto meritano senz’altro una visita come l’abbazia di San Nazzaro Sesia.

Il Broletto è un interessantissimo complesso architettonico costituito da quattro edifici storici. Il palazzo del Comune risale al 1200, con un portico al piano terra sovrastato da un ampio salone per le assemblee pubbliche, o Arengo, decorato sulla facciata da un fregio pittorico con scene cavalleresche.
San Gaudenzio è il patrono della città, festeggiato ogni anno il 22 gennaio. Il suo corpo è conservato nello scurolo nel transetto destro della basilica, realizzata a partire dal 1577 su progetto di Pellegrino Pellegrini, detto il Tibaldi. All’interno è di grande interesse artistico la cappella della Natività, dove è conservato un monumentale polittico di Gaudenzio Ferrari del 1500. Per la decorazione della chiesa, con pianta a croce latina, furono chiamati i migliori pittori lombardi del tempo: dal Morazzone per la cappella della Buona Morte (la prima a destra) a Tanzio da Varallo per quella dedicata all’Angelo Custode (prima a sinistra). Sulla basilica poggia la cupola che domina la città; alta 121 metri fù realizzata da Alessandro Antonelli e completata nel 1888. In vetta alla cupola la statua del Salvatore, opera di Pietro Zucchi.Il campanile settecentesco della basilica è opera di Benedetto Alfieri.

L'abbazia di S. Nazzaro venne fondata nel 1040 per volontà del vescovo di Novara Riprando e dei suoi fratelli conti di Biandrate. Secondo la tradizione il complesso fu edificato sui resti di un precedente monastero.
Situata lungo la "via Regis" vicino alla riva sinistra del Sesia l'abbazia riuscì a sfruttare economicamente la sua posizione e ad essere un centro di ricchezza materiale e spirituale.
Tentando di invertire il processo di decadenza della vita religiosa ed economica dell'abbazia, nel XV secolo essa fu quasi completamente ricostruita e fortificata dall'abate Antonio Barbavara Il complesso è caratterizzato da linee tardo gotiche quattrocentesche. In stile romanico sono l'alta torre campanaria e il quadriportico.

I laghi hanno invece una grande vocazione turistica da per sé dove spiccano anche il San Carlone ad Arona, Isola di San Giulio nel lago d’Orta e il Santuario della madonna del Sasso.

Dal 1439 alla fine del 1700 Arona fu dominata dai Borromeo. Il Cardinale Federigo Borromeo, cugino di San Carlo, decise di dedicare al santo il colle alle spalle della loro città natale.
Così decise di far erigere 15 cappelle, dedicate alla vita di San Carlo, intorno alla colossale statua di rame e bronzo detta San Carlone. La statua, alta più di 23 m fu eseguita da Bernardo Falconi e Siro Zanelli nel 1697.
L 'Isola di San Giulio raggiungibile in pochi minuti di navigazione da Orta. L'isola ospita la splendida Basilica di San Giulio, imponente monumento romanico del novarese sempre visitabile, che custodisce affreschi di Gaudenzio Ferrari, Ambrogio Figino, Giorgio Bonola e Bernardo Monti.
Il Santuario della Madonna del Gran Sasso è una splendida costruzione barocca edificata tra il 1730 e il 1748 sopra la roccia granitica a strapiombo sul lago sottostante. Su quel luogo sorse prima una cappella dedicata alla Vergine Addolorata e poi l'attuale Santuario.
Nell'interno a croce greca è custodito un grande ciclo pittorico di Lorenzo Peracino. Sull'altare maggiore si può ammirare lo splendido dipinto del 1547 di Fermo Stella da Caravaggio raffigurante la Deposizione di Cristo.


Walter Scandaluzzi


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