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sabato 6 febbraio 2010

Canale Quintino Sella

Pescare entro la città o comunque appena fuori è una cosa che pochi si possono permettere; Se poi si ha disposizione uno dei luoghi più pescosi del Piemonte e riservato ai soli associati la cosa diventa decisamente interessante. Aggiungendoci che le tecniche effettuabili sono molteplici visto e considerato la grande quantità di specie ittiche presenti ecco che i pescatori novaresi e tutti gli associati al CAGEP sono da considerarsi ben fortunati.



Il canale Quintino Sella origina dal canale Cavour a Novara Veveri dietro ad una centrale idroelettrica, una delle tante che caratterizzano il suo percorso, formando una grossa ed ampia buca che è il luogo più pescoso dell’ intero suo percorso che termina a Cilavegna (PV) ove si divide nei diramatori Mortara e Pavia dopo aver percorso circa 25 km . Ne tratteremo i primi 3 km cioè fino a Corso Trieste ove termina la zona No Kill. Esso è un miscuglio di acque provenienti dal Po, dalla Dora Baltea e dall’ alto Ticino e quindi la presenza ittica è quella dei 3 corsi d’acqua; Il CAGeP provvede ad integrare con trote iridee adulte ed avannotti di varie specie il già ottimo popolamento ittico. La qualità dell’ acqua è molto variabile a seconda che uno o l’altro canale alimenti di più o di meno Il Cavour e quindi il Q. Sella; Trovarla limpida è raro mentre è facile trovarla blu o marroncina. Idem dicasi per il livello che è variabile a seconda delle esigenze delle campagne. Siamo comunque sui 3 metri circa mediamente.

La buca iniziale
La raggiungiamo comodamente uscendo al casello di Novara Est della A4, prendendo per Oleggio/lago Maggiore e poi per Novara Veveri. A sinistra e dopo aver scavalcato il T. Terdoppio e lo stesso Q. Sella gireremo a destra fino ad incontrare il canale Cavour dopo un 1500 metri. Posteggiamo a sinistra ove il canale Regina Elena si immette nel Cavour ; già esso ci invoglierebbe alla pesca ma attraversiamo la strada e siamo alla buca dietro alla centrale. Pescabile in entrambe le sponde offre solo l’imbarazzo della scelta della tecnica da eseguire.Cominciamo col procurarci delle alborelle nei tanti fossi oppure nel torrente Terdoppio li’ vicino dove una stretta pontisella di cemento scavalca il torrente per permettere ai Campè(gli adetti alle paratie dei canali) di attraversare e ove sono presenti vaironcini ed ancora parecchie sanguinerole. Procuratoci i pesciolini con una corta canna fissa andiamo alla buca a fare una pesca di ricerca col galleggiante nei due rigiri formati dalla corrente centrale con una bolognese di una 6 metri ; Mulinello N 2500 caricato con del buon filo dello 0.25 sarà sufficiente ; amo del N 10 sul finale dello 0.22 . Il pesciolino lo agganceremo per la bocca .

Il galleggiante andrà adeguato alla quantità d’acqua presente in quel periodo. Andrà fatta una montatura con torpille al 70% qualche pallino tenendo il “tappo” starato per evitare che il pesciolino lo faccia affondare. Possiamo indicativamente dire che gallegginati dai 5 agli 8 grammi sono sufficienti. Terremo il pesciolino sopra il fondale di almeno 30 cm. Se ci stufiamo della tecnica col vivo possiamo passare al morto manovrato innescando i pesciolini di dimensioni più generose oppure agire col morto manovrato alla svizzera.



Spinning
Difficile la scelta dell’ attrezzatura visto la qualità dei predatori presenti e cosi’ ci affidiamo ad una canna da 8 piedi di media potenza usando lo stesso mulinello adottato per la pesca col vivo magari cambiando mettendo la bobina di riserva con un più idoneo 0.28 visto che troviamo scesi direttamente dal lago maggiore dei bei lucioperca che nonostante la loro indole notturna delle volte si lasciano ingannare anche di giorno; prediligono i siliconici fatti saltellare sul fondo lentamente anche se non disdegnano i minnows specie nella versione affondante o shad rap- Più raramente ci danno a rotanti ed ondulanti. Naturalmente anche i cavedani e le trote oltre a qualche persico reale resteranno adescati ai nostri artificiali se non troppo voluminosi. Il pesce principe per questa tipologia di esca resta sua maestà Il luccio che ben presente si fa prendere specialmente nei periodi di semi asciutta. La buca è infatti l’ unico tratto pescabile sicuramente tutto l’anno; Come tutti i canali governati dal consorzio irriguo Est Sesia infatti possono capitare annate ove nel periodo che và dal tardo autunno a fine inverno essi siano posti in asciutta almeno parziale.

Passata
Siamo stufi dei predatori e cosi’ passiamo ai soliti cagnotti od in alternativa al piccolo vermettino di mais od ancora al mais nella stagione calda; usiamo comunque una montatura con torpille all’ 80% e pallini a tarare abbastanza morbida visto
e considerato che il fondo non è omogeneo tendendo come in ogni buca ad avere maggior profondità più ci si avvicina al centro. Coi soliti bigattini , con qualche manciata a pasturazione giusto per invogliargli, le prede più consuete saranno cavedani di media taglia, parecchi pardon, qualche pigo e delle trote scampate alle mattanze post semine. Il ledgering rende bene in sponda orografica sinistra mentre dal lato opposto la resa è la stessa ma sono parecchi i feeder lasciati sul fondo. La preda più comune è il barbo ma non mancheranno i pesci elencati oltre a qualche tinca e carpa. Ideale un feeder sui 90 gr inserito su lenza madre dello 0.25 e finale lungo 40 cm dello 0.22; Amo N 10/12 argentato su cui innescare bigattini a grappolo.
Obbligatorio avere dietro un guadino dal lungo manico.




Corso della Vittoria
Andiamo verso la città, attraversiamo il rione Veveri ed imbocchiamo corso della Vittoria che non ci lascerà fino al cavalcavia anche se le ultime centinai di metri sono costeggiate da case in sponda destra..
Sulla sinistra il canale seguirà la nostra auto fino a quando noi non decideremo di seguire lui ma a piedi e colla canna in mano.
Tratto considerato pregiato e quindi pescabile o a spinning od al tocco. Niente di meglio che una lunga teleregolabile quindi usando pesanti palettoni come zavorra per contrastare la corrente innescando vermi o camole del miele. Trote iridee, qualche fario, rare mormorate, cavedani e grossi barbi onoreranno le nostre esche. I locali per i salmonidi usano molto corte canne tipo spinning lanciando e recuperando piombi allungati coi gommini alle estremità in modo da poter cambiare facilmente la grammatura. E’ una pesca similare per certi versi a quella colle bombarde in laghetto ma adattata alla corrente che è molte volte sostenuta. Il canale è ampio qua un 15 metri circa per una profondità di 3 metri e sostiene a pieno regime qualcosa come 32 metri cubi al secondo di elemento liquido.

No kill solo artificiali
Arrivati al cavalcavia appena prima giriamo a sinistra e ci troveremo ove il canale si divide in due. Il tratto di destra alimenta una centrale idroelettrica con altra buca interessante dopo di essa.

Il tratto pescabile solo colle esche artificiali più adatto però resta l’altro. La profondità non è eccessiva e quindi sono da preferirsi minnows galleggianti da 5-7 grammi e rotanti. L’azione di pesca avviene dall’alto ed quindi necessario avere fili robusti e magari un guadino appresso anche se a spinning non è il proprio il massimo. Aumentano considerevolmente le trote fario immesse allo stadio giovanile dalla stessa associazione e i cavedani ; iridee , perca e lucci sono rarissimi mentre fa discretamente la sua comparsa qualche bel persico reale.

No kill
Tornando indietro e passando sotto il cavalcavia si gira 50 metri dopo due passaggi a livello consecutivi e si svolta a sinistra in Via Visconti e a valle di un cancello socchiuso che lascia l’entrata solo ai pedoni abbiamo il posto più pescoso dell intero canale cioè quello che i locali denominano “quinto magazzino”. E’ il regno della pesca a passata anche se nessuno vieta di tirare qualche colpo a spinning alla ricerca di persici reali, lucioperca ma soprattutto cavedani; basta reimmeterli vivi e vegeti in acqua. Non vi sono altre limitazioni particolari a questa. Finalmente un No Kill senza tante complicazioni. A condizioni d’ acqua normale il tratto più idoneo alla pesca col galleggiante è quello fino alla riunificazione dei due rami; dopo la corrente si fa molto impetuosa e solo la pesca a ledgering con feeder piombati ben oltre i 100 grammi riescono nell’ impresa di riusciur a far tirare fuori al pescatore i pesci. Nel primo tratto pescando con questa tecnica di può benissimo usare il method vista la presenza di carpe anche oltre i 10 kg e di qualche tinca che rispondono bene alla pastura al mais pressata sul marchingegno. Per selezionare meglio usare chicchi di mais invece dei soliti bigattini.
Col “tappo” la pesca più idonea è quella colla lunga canna di origine francese detta roubissianne nella versione a 13 metri anche se si pesca benissimo colla bolognese o fisse di 7 metri. La profondità media è sui 180 cm ed andrà fatta una montatura tarata a torpille per ¾ e pallini dal N 5 al N 9 a scendere. Difficile dire ove porre l’ultimo pallino ed anche che sezioni di filo usare. La presenza di grossi barbi e carpe indurre ad eccedere nelle dimensioni del finale mentre i tanti cavedani a fare il contrario. Presenti anche molti gardon, scardole, qualche pigo e un po’ di minutaglia che non disturba più di tanto anche nella bella stagione. Una pasturazione adatta a tutte le specie prevede palle di pastura a base salata e qualche pallina di bigattini incollati in alternativa alla solita retina; Sfiondate delle larve della mosca cartaria solo in caso di corrente lenta. Lo spot più redditizio è senz’altro situato una quindicina di metri a valle dell’ incrocio dei due rami. La domenica mattina è costantemente adibito a gare sociali.



Walter Scandaluzzi

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