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E' proprio nel periodo autunnale che queste pesche trovano la loro espressione più alta. Prima fra tutte è la pesca alle seppie, che nel periodo compreso tra settembre e novembre/dicembre, andremo a cercare su batimetriche comprese tra i 5 e i 20 metri, in prevalenza su fondali sabbiosi o melmosi. Per praticarla non occorrono grandi attrezzature. Saranno sufficienti dei sugheri su cui avvolgeremo del nylon di grosso diametro (0.40-0-45), dei piombi scorrevoli (indicativamente tra i 30 e i 50 grammi), girelle, che avranno la funzione di fermo del piombo e alle quali collegheremo il finale (che potrà anche essere delle stesse dimensioni del filo sul sughero) e, ovviamente, gli artificiali dedicati a questa pesca, che generalmente sono detti TOTANARE.
Queste esche hanno la forma di gamberetti e si possono ormai trovare un po' in tutte le salse; diversi colori, diverse dimensioni, diversi materiali e diversi rivestimenti. Quello che le accomuna tutte è l'insidia che nascondono. Come è possibile notare anche in foto, non hanno ami o ancorette comuni, ma un "cestello" di sottilissimi aghi privi di ardiglione posto in coda. Questa corona penetra con facilità nel tentacolo della seppia che attacca il nostro artificiale, ma ci impone un recupero costante; una sola esitazione nel salpaggio, un solo secondo di filo non perfettamente in tensione o una piccolo rallentamento ci costeranno al 99% la nostra preda.
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Punto fondamentale per ottenere buoni risultati è saper valutare al meglio le condizioni meteo-marine. La pesca si svolge esclusivamente con la barca in scarroccio, quindi saper leggere bene le brezze e i venti è basilare. Quando ci si trova in totale assenza di vento è sempre bene mettere giù i remi e iniziare a muoversi lentamente, avendo cura di far lavorare le nostre lenze sul fondo. Altra cosa a cui prestare attenzione è il colore dell'acqua: più chiara è, meglio è! Pescare nei giorni che seguono condizioni di mare mosso riduce sempre le probabilità di una buona uscita, dato che le seppie durante la mareggiata si saranno spostate molto al largo, e quelle che iniziano a tornare sotto costa avranno difficoltà ad individuare il nostro artificiale a causa della sabbia e dei microscopici detriti del mare ancora sospesi. Per tentare di ovviare a questo intoppo si possono utilizzare in questi momenti degli artificiali dai colori molto sgargianti, oppure un tipo pensato appositamente per la traina notturna ai totani, nel quale è possibile inserire una starlight facilitando così l'avvistamento da parte della seppia. L'azione di pesca in se è molto spicciola. Una volta raggiunta la zona che riteniamo valida metteremo la barca con una murata a favore di vento e caleremo le nostre lenze da quella parte, facendole arrivare sul fondo. Poi inizieremo a dare dei piccoli colpetti al filo, facendolo muovere in verticale, e quindi facendo balzellare il gamberetto sul fondo. Quando la seppia mangerà sentiremo la lenza appesantirsi e dopo aver dato un colpetto leggermente più forte per favorire la penetrazione degli aghi nella pelle della seppia, inizieremo il recupero usando le cautele descritte in precedenza.
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Un'altra pesca, che come periodo e zone si sovrappone in parte a quella delle seppie, è il fondo ultra leggero in cerca di gallinelle, triglie e pagelli. Anche in questo caso le battimetriche vanno dai 5 ai 15-20 metri e il periodo migliore va da settembre agli inizi di novembre. Ovviamente da litorale a litorale ci sono delle variazioni. La montatura è molto semplice. Madre lenza dello 0.20-0.25, piombo da 20-30 grammi, finale dello 0.16-0.18 e ami del 12 a gambo corto, del tipo limerick, cioè con una buona apertura. Potremo armare la canna sia con la classica montatura con un solo finale posto al di sotto del piombo o in alternativa potremo aggiungere un bracciolo di 25-30 cm al di sopra della zavorra, al quale volendo possiamo applicare un pezzetto di pop up col quale terremo la nostra esca leggermente staccata dal fondo, cercando quei pesci come i sugarelli che prevalentemente mangiano staccati dal fondale.
Come boccone si può utilizzare ogni genere di verme marino o il coreano ( che a differenza di quanto spesso si pensa non è un verme marino ma di terra). Basandosi sul fatto che le mangiate saranno molteplici e che quindi spesso dovremo cambiare innesco, il consiglio è quello di usare tremoline e coreani su tutti, dal costo decisamente più contenuto, ma funzionali con questi pesci quanto esche più pregiate. Allo stesso modo non sarà necessario dotarsi di attrezzature particolarmente costose; in commericio si trovano canne dal costo irrisorio come la TRABUCCO BORA-BORA (nella sua versione più costosa si aggira sui 18 €) che svolgono questa pesca in maniera egregia.
Come accennato in precedenza questa pesca è sovrapponibile a quella delle seppie dato che anche qui andremo a cercare fondali sabbiosi e melmosi e anche in questo caso porremo la barca in scarroccio; quindi nulla ci vieta di praticare tutte e due le pesche insieme e magari trovarci alla fine della giornata con una bel carniere pronto per un'ottima zuppa di pesce.Fattore non di poco conto che depone a favore di queste pesche ormai un po' dimenticate è il mezzo con cui possiamo praticarle. In questi casi non ci serviranno imbarcazioni molto grandi o con motori particolarmente potenti. Già barche di 4-5 metri sono più che sufficienti.
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Per concludere due cose dalle quali non è possibile prescindere. La prima fra tutte è il rispetto e il dovuto timore verso il mare. E' sempre bene tenere presente che non siamo in un tranquillo laghetto; le condizioni possono variare in fretta e una forza che sposta navi di grandi tonnellaggio, una barca da pesca la mette in difficoltà in un batter di ciglia. Quindi sempre occhio ai bollettini del mare, anche e soprattutto se si è sotto costa, e massima cura per le dotazioni di bordo quali giubbotti salvagente, pistole segnalatrici e tutto quello che è obbligatorio tenere in barca. Ricordiamo anche che in mare esiste un codice di navigazione, esattamente come esiste un codice stradale; quindi massima attenzione alle precedenze e alle boe che segnalano subacquei, zone interdette alla navigazione, secche, ostacoli etc. Altro punto è il rispetto delle regole vigenti per la pesca sportiva. Anche in mare esistono le misure minime e c'è un limite di peso di pesce trattenibile che è 5 kg. Le sanzioni per chi viola queste regole sono assai salate e i controlli ultimamente si sono intensificati ovunque, quindi sempre meglio attenersi a quanto la legge prescrive.
Damiano Merlini
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