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martedì 31 luglio 2012

Lucci&Lucci

Partiamo da lontano, molto lontano per arrivare a parlare del nostrano .Anzi partiamo da un NON luccio!!!!
Lo facciamo perché siamo anche dei cantastorie; Vogliamo erudire ed affascinare coi nostri scritti facendo anche ridere e allo stesso tempo riflettere.
Se il luccio è nella mente ancora adesso di molti legislatori di pesca come uno spietato psicolabile killer (i Killer psicopatici sono anche belli e affascinanti!!!) che cosa penserebbero e farebbero legislativamente se andassero al museo di scienze naturali del Mississipi a Jackons e vedessero imbalsamata la preda di Kenny Williams presa colle reti nel 2011? Un pesce di 148 Kg!!!! (Il record accertato però è di 166 KG!!!)

Un nome, un mito, una leggenda ,MA ESISTE :

ALLIGATOR GAR

E’ di questo pianeta ed attento che potresti trovarlo attaccato alla tua lenza se….Se vai in Nord America…….

Ha la forma di un luccio con becco a spatola quasi come quello di un coccodrillo!!!! Ma esso non appartiene alla famiglia degli Esociadae!!!
In inglese il nome GAR (o garpike) definisce i membri dei Lepisosteidae, una famiglia di pesci che popolano le acque dolci, salmastre e occasionalmente anche quelle marine del Nord America, America centrale e isole dei carabi.

Foto da Fishoparts.com


Sono dei veri e propri fossili viventi, restando tal quali a come sono comparsi nel Cretaceo circa 300.000 anni fa.
In origine aveva un areale di distribuzione più vasto, infatti dei resti sono stati trovati anche nel continente europeo.
Oggi è presente principalmente in Nord America, mentre è più raro nella parte meriodionale dello stesso continente.
Sono stati rinvenuti esemplari anche in oriente, ad Hong Kong addirittura in un laghetto pubblico è stato preso un Gar di oltre 150 cm, ma si tratta di animali immessi probabilmente da acquariofili che volevano liberarsene.
Ove è distribuito naturalmente abita gli ambienti più disparati: dagli stagni ai fiumi, dalle paludi salmastre ai laghi.
Geograficamente è distribuito nel corso basso del Mississipi fino al Golfo del Messico, gli stati americani in cui più abbonda sono: Texas, Oklahoma, South Carolina, North Carolina, Virginia, Louisiana, Kentucky, Mississippi , Alabama, Tennessee, Arkansas, Missouri, Florida e Georgia.
In Louisiana, uno degli stati dove l'Alligator gar è più diffuso, è comune vederli saltare sulla superficie delle grandi paludi salmastre...Insomma bollano quasi fossero le trotelle fario del torrente vicino a casa tua caro e prezioso lettore…




Tra i Lepisosteidi l'Alligator Gar è quello che raggiunge le dimensioni maggiori ed è il più adattabile di tutti, riuscendo a vivere anche in acque con pochissimo ossigeno grazie alla loro vescica gassosa che, attraverso la fitta rete di vasi capillari da cui è avvolta, funziona come un rudimentale polmone.

VIDEO ALLIGATOR GAR 1

VIDEO ALLIGATOR GAR 2

VIDEO ALLIGATOR GAR 3

I veri lucci del continente americano sono però altri:

Della famiglia Esocidae è il muskellunge noto anche come muskelunge, muscallonge, milliganong o maskinonge che è una specie di pesce d'acqua dolce neppure tanto comune in USA.
Il muskellunge è il più grande membro della famiglia dei lucci.
Il nome comune deriva dalla parola “maashkinoozhe Ojibwa” che significa "luccio brutto”.

I Muskellunge si trovano in laghi e grandi fiumi del nord come il Michigan, Wisconsin settentrionale e nel nord del Minnesota nella la regione dei Grandi Laghi e più a nord in Canada,;per la maggior parte del St Lawrence River e verso nord in tutta la valle superiore del Mississippi: Le specie si estende a sud fino Chattanooga nella valle del fiume Tennessee.
C'è anche una piccola popolazione nel fiume Broad in South Carolina. Diversi zone della Georgia hanno anche popolazioni di Muskie.
Si trovano anche nel Red River del bacino di Hudson. Tali pesci diventano 30 cm nel giro di qualche mese (5-7). I pescatori tendono ad usare piccole esche in primavera o in condizioni di forte freddo e grandi in autunno o con il calore dell'estate. L'esca media piccola è di 25 cm e quella media grande attorno ai 45 cm con giganti di 65 cm.
Anche se incroci con altre specie di luccio può complicare la classificazione di alcuni individui, zoologi e ittiologi di solito riconoscono da zero a tre sottospecie di muskellunge:

a) Esox masquinongy masquinongy che è la varietà più comune dei grandi laghi.
b) Muskellunge Chautauqua (E. m. Ohioensis) è conosciuto nel bacino del fiume Ohio, Laghi Chautauqua e Ontario, e nel St Lawrence River.
c) muskellunge (E. m. Immaculatus) è più comune in laghi interni del Wisconsin, Minnesota, nord-ovest sud-est Manitoba e Ontario.


Come ibrido si ha generalmente muskellunge tigre (E. masquinongy lucius).
Gli ibridi sono sterili anche se le femmine a volte ,senza successo, provano a deporre le uova. E’ oggetto di inseminazione artificiale.

Come esocidi troviamo altre specie definite in america come Pickerel e l’ unico distinguio dagli altri lucci è la loro piccola dimensione.
Quello di maggior taglia è l’Esox Niger che al massimo arriva a 4 kg.: come taglia minore (25-35 cm) troviamo l’Esox americanus vermiculatos.

VIDEO LUCCI AMERICANI



Il vero luccio o meglio il più noto a tutti è l’Esox lucius ed in Italia lo troviamo col vestito europeo a punti e righe come l’alfabeto MORSE e nella versione autoctona marmorizzata, oltre agli incroci.
Qualche vecchietto ci disse che nelle lanche del ticino novarese e pavese vi fosse già la versione MORSE fin dagli anni “50 e “60 e che quindi…..Bah solite polemiche super sterili con interessamenti e domande a biologi e ittiologi…..Specie se come nel barbo cambia solo la pelle e/o pochissimo d’altro quale è la questione?????

In Italia troviamo:

Esox lucius (Linnaeus 1758) della FAMIGLIA: Esocidae ed ORDINE: Salmoniformes.

VIDEO ESOX LUCIUS

Ha corpo allungato (l'altezza massima del corpo equivale ad 1/5 - 1/6 della lunghezza standard); testa grossa con bocca terminale grande e foggiata a "becco d'anatra", per cui in molte zone viene detto luccio papera; l’apparato boccale è munito di circa 700 denti robusti, pinna dorsale breve e spostata verso la coda; colorazione del dorso bruno-verde con macchie di colore più scuro e il ventre è biancastro.
Gli individui che vivono in acque ferme hanno corpo leggermente più tozzo. E’ cosa più unica che rara prendere un luccio in forte corrente.



In Italia gli autoctoni hanno livrea marmoreggiata e gli alloctoni (dai paesi dell’ est) hanno la livrea quasi come un alfabeto Morse a punti e linee e con i colori delle pinne molto più tendenti al rosso, comed etto in precedenza.
La taglia risulta di 25-40 cm (500-700 g) a due tre anni di età; 90-100 cm (5-8 kg) a 10-14 anni; raramente fino a 1,5 m (35 kg) ad oltre 30 anni di età.

HABITAT:

Zone litorali di ambienti lacustri e acque fluviali a corrente modesta; predilige le zone ricche di vegetazione acquatica.

ALIMENTAZIONE:

predatore di altri pesci, ma anche di rane e piccoli mammiferi (I Democristiani dicevano che erano pesci comunisti che mangiavano i bambini…ah ah ah)



RIPRODUZIONE

ha luogo tra febbraio e maggio, nelle regioni settentrionali può protrarsi sino a giugno; predilige le acque molto basse ed i prati inondati dalle piene primaverili; le uova vengono deposte in più porzioni nell'arco di più giorni o settimane. Esse 2,5-3 mm; le larve nascono dopo 10-15 giorni e misurano 9-10 mm, rimangono fissate agli steli d'erba per mezzo di organi adesivi posti sul capo fino al riassorbimento del sacco vitellino che avviene in pochi giorni.
A 25 mm di lunghezza ha già una morfologia del tutto simile a quella degli adulti ed a 4-5 cm inizia a predare i giovani di altre specie e anche i suoi fratelli e sorelle.
Il problema principale dell’allevamento dei lucci è proprio quello.

VIDEO LUCCIO

VIDEO PESCA AL LUCCIO CON PESCE MORTO

VIDEO PESCA AL LUCCIO CON PESCE MORTO 2

VIDEO PESCA AL LUCCIO CON PESCE MORTO 3

LUCCIO IN ACQUARIO -- VIDEO





mercoledì 25 luglio 2012

Il Sarago

Il sarago è una delle prede più ricercate dal pescasportivo, vuoi per la bontà delle sue carni, vuoi perchè è una preda affascinante e, quando di taglia, assai poco semplice da ingannare con le nostre lenze.
Ma non dovremo parlare di "sarago", bensì di "saraghi", perchè i nostri mari sono abitati da diverse specie, che val la pena saper riconoscere.

Tutti, chiaramente, appartengono al genere Diplodus e alla famiglia degli Sparidi, ma, come si diceva poco sopra, le specie sono variegate.

Sarago fasciato (Diplodus vulgaris)

Il Sarago fasciato è diffuso in tutto il Mediterraneo e in parte dell'Atlantico (nella zona orientale). Vive su fondali bassi ed è facile incontrarlo anche in pochi metri d'acqua. E' una specie gregaria e sovente si incontrano banchi di numerosi esemplari. Raggiunge i 40/45 cm di lunghezza.




Sarago maggiore o Sarago reale (Diplodus sargus sargus)

Anche questa specie è diffusa in tutto il Mediterraneo e nell'Atlantico orientale. Predilige ambienti rocciosi a basse profondità. Vive in branco in età giovanile, diventando poi solitario da adulto.
Raggiunge i 45 cm di lunghezza per 2 kg di peso.




Sarago pizzuto (Diplodus puntazzo)

Molto simile al sarago maggiore, si distingue principalmente per la forma del muso.
Ha un'areale si diffusione più vasto rispetto alle specie elencate fino ad ora che comprende anche il Mar Nero e le coste atlantiche del Sudafrica.
Vive sia su fondali rocciosi che su praterie di posidonia e raggiunge i 40/45 cm per 2 kg di peso.





Sarago sparaglione o Sparlotto (Diplodus annularis)

Diffuso in tutto il Mediterraneo e il mar Nero è il più piccolo della famiglia, raggiungendo i 20 cm di lunghezza.
E' facilmente riconoscibile per le caratteristiche sfumature giallastre della livrea.
Da piccolo vive gragario coi suoi consimili, mentre da adulto ha tendenze più solitarie, soprattutto diviene diffidente verso gli esemplari della sua stessa specie, mentre è facile incontrarlo confuso tra donzelle e sciarrani.



Le esche e le tecniche

Può essere insidiato sia a fondo, che a bolognese o all'inglese, a seconda ovviamente del tipo di ambiente in cui facciamo la nostra pescata e delle condizioni meteo marine.

E' un pesce, soprattutto raggiunta una certa taglia, assai diffidente e furbo, quindi soprattutto pescando a bolognese o all'inglese, armature non eccessivamente pesanti sono d'obbligo, in modo da presentare l'esca nel modo più naturale possibile. Esche adatte sono: cozze, gamberetti (se vivi ancora meglio), anellidi (arenicole, muriddu, coreane) e bigattini, questi particolarmente nella pesca col galleggiante.

Pescando all'inglese o a bolognese è utile anche un'azione di pastura mirata e non eccessivamente insistita.
Potremo cominciare con due o tre palle di pastura (in commercio se ne trovano anche di apposite per gli sparidi), e poi continuare con qualche fiodata di bigattini di tanto in tanto.

Anche un palamito leggerissimo innescato con gamberetti e arenicole può regalare soddisfazioni incredibili, ma della costruzione di un palamito leggero da scogliera parleremo in un altro articolo.

martedì 24 luglio 2012

Baikal

Il Baikal è un lago della Siberia che l’ UNESCO dal 1996 ha dichiarato patrimonio dell’ umanità.



La sua superficie devasta la mente del pescatore essendo quasi 32.000 km quadri, lungo all’ incirca 640 km e con una larghezza massima di 79 km.
La profondità del lago è impressionante con una massima di 1640 metri e una media di 744 metri risultando il lago più profondo al mondo ed anche con il volume maggiore che è di circa 23.500 Km cubi che è il 20% circa delle acque decongelate al mondo.
Riceve le acque di oltre 300 affluenti fra cui il maggiore è il Selenge e un solo emissario cioè l’Angara.



Il Baikal ha un ambiente atipico visto che le sue acque sono più ricche di ossigeno della media degli altri ed anche in profondità vi sono forme di vita fra cui molti endemismi.
Lo scenario naturale non è uniforme; sulla sponda occidentale in alcuni trattiè roccioso pareti alte a strapiombo che si alternano a ampie praterie. In altri luoghi si aprono quasi dei fiordi. Buona parte però sono boschi di abeti e larici.
Nel lago Baikal, ci sono 54 specie e sottospecie di pesci appartenenti a 15 famiglie e 5 ordini. 27 specie sono endemiche. Tutti i pesci del lago Baikal appartengono a tre gruppi (complessi): siberiane, siberiano Baikal e-Baikal.
Tanti sono i lucci, molte le trote, i temoli, persici reali, huco taimen. Vi sono gli storioni.





Alcune altre specie sono:

Goldilocks
Trota fario
Arctic charr
Baikal cisco
Baikal coregone
Segnale pyzhyan
Il temolo Baikal
Bream
Ide
Siberian dace
Lake minnow
Linea
Siberian pietra loach
Siberian Chipper
Amur catfish
Bottatrice
Pesce persico
Dlinnokrylaya sculpin
Sandy sculpin
Pietra sculpin
La maggior parte golomyanka
Piccolo golomyanka
Elohinskaya sculpin
Bianco sculpin
Maloglazaya sculpin
Deepwater sculpin
Il sculpin ruvido, sculpin Herzenstein
Half-naked sculpin





Sono 3 i principali punti di accesso:
Irkutsk è sul fiume Angara che esce dalla punta meridionale del Lago Baikal.
Ha un aereoporto internazionale ed è una tappa importante sulla Trans-Siberian Railway.

Severobaikalsk è situata sulla punta settentrionale del lago ed è una città relativamente nuova.

Ulan-Ude è a circa 100 km ad est del lago Baikal, ma ci si può fermare sulla riva meridionale del lago sulla strada per Irkutsk lungo la Trans-Siberian Railway o Trans-Siberian Highway, o sulla sponda orientale del strada a nord di Novy Uoyan lungo una strada principale.

Qualche anno fa vi era una nave adattata per i pescatori e cacciatori con agente di viaggio italiano. Ma a quanto pare vi sono stati intoppi di qualche genere e la cosa non avviene più. Siamo riusciti a trovare online qualcosa ai seguenti siti:
Link utili trovati usando il traduttoreUn buon sito per la pesca sembra questo

PESCA BAIKAL

Poi altre informazioni:

BAIKAL

E ci sono anche dei video:

VIDEO BAIKAL

VIDEO BAIKAL

Orata

Appartenente alla famiglia degli Sparidi e al genere "Sparus" (nome scientifico "Sparus Aurata"), deve il suo nome alla caratteristica macchia d'orata posta nella parte frontale del cranio.
Raggiunge i 60/70 cm di lunghezza e può superare i 5 kg di peso.
E' diffusa in tutto il Mediterraneo e nell'Atlantico Orientale, ha abitudini prettamente costiere, vivendo su fondali che vanno dai 0 ai circa 30-40 metri. Soprattutto in estate si avvicina particolarmente alle coste e, ove presenti, occupa stagni salmastri e lagune costiere, tornando in mare aperto solo in autunno per la stagione della riproduzione.
E' quindi una specie eurialina, cioè in grado di adattarsi a condizioni scarsamente saline, così come a condizioni di iper-salinità.
Ha una dieta prettamente carnivora, nutrendosi di crostacei, molluschi e vermi. Peculiarità dell'orata è la forza del morso; infatti coi i suoi potenti molari è in grado di frantumare le durissime conghiglie dei murici e di fare letteralmente a pezzi il guscio delle cozze, solo per fare un paio di esempi, tralasciando quello che riesce a fare a granchi, cannolicchi, ecc.
Molto apprezzata in cucina e preda ambita dai pescatori, può essere insidiata in diversi modi: a fondo con una infinità di esche, partendo dal arenicole, americani, bibi e coreani, arrivando a granchi, cozze, gamberetti e cannolicchi.
Soprattutto i granchi e le cozze, citando due delle esche più comuni, sono in grado di fare selezione sulla stazza, mentre pescando con arenicole, americani e coreani ci si può imbattere in pesci di tutte le taglie.
Dalla scogliera e in foce i classici bigattini possono regalare belle soddisfazioni.

sabato 21 luglio 2012

Pesca del grongo e delle murene dalla scogliera artificiale

Con piacere mi ritrovo ospite di Pesca&Pesca, tra bravissimi pescatori che mi hanno concesso l'onore di scrivere queste righe nel loro spazio per i loro lettori, spero che sia utile a tanti.
Quello che oggi voglio mostrarvi è una tecnica di pesca elaborata da me e da un mio amico ribattezzata “la cosa più rozza e spartana che abbia mai visto, non posso credere che abbia funzionato davvero!”.
Non so se esista già, se sia una variante di qualcosa o una sua involuzione, ma l'ho creata per caso dopo che un grongo mi aveva rubato un pesce strappandomelo dalla paratura e lasciandomi a bocca asciutta. Due battute di pesca dopo lo acchiappai, e da allora non ho più smesso di cercare gronghi... e murene!
Da bravo studente universitario sono cronicamente sprovvisto di quattrini, quindi ho uno sviluppatissimo “senso dell'arrangiarsi” e su questo si basa la mia pesca al grongo.

Materiale.

Lenza di spessore 100 o più oppure spago, come quello per le persiane.
Filo di ferro o cavetto d'acciaio.Tre ami di dimensioni cattive (anche da tonno, se non fosse che costano)
Una girella di grandi dimensioni.
Qualcosa che galleggi molto, come una bottiglia vuota.


Preparazione

State storcendo il naso per i materiali? Ora lo farete di più.
La prima cosa da fare è preparare gli ami. Consiglio di usarne tre così da disporne uno sul fondo e due su parti opposte, ma anche due non sono male.
Prima di tutto bisogna verificare che abbiano la testina ad occhiello in modo da poterci infilare il filo di ferro o il cavetto. Mettere un amo sul fondo, fissandolo con vari giri del ferro, e uno o due per la lunghezza facendo un occhiello con le pinze, uno per amo.
Se fatto nel filo di ferro, quest'occhiello non è molto resistente e dopo la ferrata l'amo tende a scorrere verso il basso, ma prima di farlo avrà già ferrato e non è un grosso problema.
A questo punto prendete la girella e assicuratevi che vi sembri troppo grande, perché allora andrà certamente bene, poi toglietele il moschettone perché è inutile e dannoso, infilateci il filo di ferro e fissatelo per bene con qualche giro.
La girella è una parte imprescindibile: il grongo afferra la preda, strattona se sente resistenza, poi inizia a girare su se stesso come i coccodrilli che strappano le gambe alle gazzelle.
Ho avuto la fortuna di vederlo all'opera in acque basse e vi assicuro che pare non debba fermarsi mai. Senza una girella, l'effetto è un bordello non da poco, annoda tutto e danneggia la lenza fino a rendere pericoloso il riutilizzo o a romperla.
Per questo non solo consiglio di mettere la girella, ma anche di darle due spruzzate di olio prima di caricare tutto in macchina. Fatto questo collegate la girella alla lenza/spago e legate allo spago l'oggetto galleggiante da voi scelto. Io in genere uso una bottiglia di plastica e lego al tappo, ma nel tempo ho usato un po' di tutto, quasi sempre materiale recuperato sul posto e regalato dalle mareggiate.
A questo punto dovete fissare l'altro capo ad un chiodo o ad un'asse di legno incastrata tra due rocce, tanto per essere sicuri.



La scelta dello spot.

Le scogliere artificiali hanno sempre dei “buchi”, degli spazzi vuoti nella distesa di massi che si immerge nell'acqua, e sono sempre facilmente individuabili dall'alto o da vicino all'acqua.
Trovate uno spazio vuoto tra i massi, valutate a occhio la profondità, regolate la distanza esca-galleggiante e gettatela in modo che sia ad un dito dal fondo.



Esca

Prendete un pesce, quello che volete (anche sardine), e sfilettatelo, avvolgetene una metà attorno agli ami facendoli sporgere per bene, tenete le carni all'esterno e la pelle all'interno, poi chiudetelo con molti giri di lenza finissima.
Usatene molta perché la lenza non intimidirà i serpentoni e se dopo il primo attacco non avranno ferrato, riattaccheranno finché l'esca resterà attaccata alla lenza. Io lascio sempre la coda del pesce, penso che dia un tocco di “mangiami” in più.
A questo punto, un minuto prima di calare, faccio a tocchetti il pesce avanzato e li getto attorno e dentro la buca. Li ho sempre ritrovati nello stomaco della preda, anche ieri sera.

La pesca

Potete fare un'aggiunta: se il mare non è molto calmo aggiungete un piombo a perdere di piccole dimensioni, per tenere il filaccione un minimo stabile.
A questo punto gettate il filaccione e pescate normalmente, tanto se succederà qualcosa vedrete la bottiglia reagire.
In genere, se la vedete rimanere ferma col fondo in su e scuotere appena, probabilmente si tratta di un grongo che ha ferrato e sul fondo sta girando su se stesso nel tentativo di liberarsi, se invece la vedete andare in verticale e affondare con cattiveria si tratta di una grossa murena che ha afferrato l'esca, ci si è avvolta attorno e sta girando su se stessa.
Sembra assurdo ma ci riesce e lo fa, e il risultato si vede nel casino che fa alla lenza nonostante la girella: probabilmente la recupererete auto-annodata nella lenza in nodi impossibili, e passerete qualche minuto a sbrogliare il tutto.
Se tira diversamente e va a destra o sinistra, probabilmente sono una murena o un grongo di piccole dimensioni, ma occhio: abboccano anche cerniotti. Mi raccomando NON teneteli se sono sotto qualche chilo di peso, perché la cernia è un pesce ermafrodita e cambia sesso dopo i dodici anni, quindi gli esemplari piccoli non si sono ancora riprodotti.
Le murene mangiano fino ad un po' dopo il tramonto, dopo sono soprattutto i gronghi a ferrare, ma se siete sotto lampioni anche le murene saranno probabili.
Una volta che vedete la bottiglia reagire, consiglio di fare una piccola ferrata, in modo che se si tratta di una murena qualche amo la ferri fuori dalla bocca, che è micidiale e dotata di denti molto acuminati ma in verità abbastanza stretta e per questo tendente a non ferrare bene.
Per il grongo, invece... beh, mi ha spaccato gli ami un paio di volte, anche con lui consiglio attenzione: tenete le dita e le vostre carni in generale lontane dalle bocche di entrambi.



Perché la bottiglia?

Non sarebbe più comodo un normale galleggiante?
Lo scopo della bottiglia non è solo di avvisare se sta succedendo qualcosa, ma anche di fiaccare il pesce per noi ed evitare di perderlo.
Una volta ferrati, questi pesci tendono ad infilarsi nei meandri della scogliera (e una scogliera artificiale è un vero labirinto!) e addirittura ad aggrapparsi alle rocce, sono molto forti – soprattutto il grongo – e possono portare la lenza chissà dove.
A quel punto potreste avere difficoltà a recuperarli e la lenza potrebbe incagliarsi cento volte nel tentativo.
La bottiglia fa molta forza e gli impedisce di andare lontano, perché esercita una resistenza costante che aumenta con la profondità e lo stanca, non lo fa allontanare e soprattutto gli impedisce di cacciarsi in chissà quale buco, dove allora diventa un formidabile lottatore.
Mi è capitato che qualcosa ferrasse, si intanasse e mentre cercavo di recuperarlo tirasse tanto forte da distendermi il braccio piegato! Fu allora che pensai alla bottiglia... e quel qualcosa è ancora lì che mi aspetta...

Dopo la ferrata

Una volta tirato su il pesce, dato che le scogliere artificiali offrono poco spazio e stiamo tirando su delle bestie ben poc gestibili, consiglio di dargli una forte e secca bastonata sulla testa.
Dopo, poiché l'unico punto dove afferrrarli è la bocca e non è il caso di fidarsi, afferrateli con delle pinze, anche da meccanico...



Spero che questa rozza ed estremamente economica tecnica vi porti tante soddisfazioni e fantastiche fritture. Un saluto a tutti!

Autore: Simone, da www.campingeoutdoor.it, il più famoso sito italiano di recensioni di tende da campeggio, scarpe da trekking e materiale per l'outdoor e gli sport di outdoor.

venerdì 20 luglio 2012

Scorfano nero

Lo Scorfano nero, o Scorfano bruno, (Scorpaena porcus) è un pesce bentonico appartenete alla famiglia degli Scorpaenidae.
Diffuso nel Mediterraneo, nell'Atlantico orientale e nel Mar Nero, vive dai 0 ai 100 metri di profondità, in ambienti rocciosi o su praterie di posidonia. Ha una morfologia molto particolare, con la testa di grandi dimensioni, la bocca molto ampia e con spine e appendici distribuite su tutta la testa.
Il suo particolare aspetto è dovuto alle abitudini di questo pesce, che vive prettamente nei pressi del fondale e quindi sfrutta il suo mimetismo per procurarsi il cibo. Lo scorfano è difatti un predatore di piccoli crostacei, gobidi, blennidi e invertebrati che cattura stando fermo sul fondo e aspettando che siano le prede ad avvicinarsi, catturandole poi con un veloce scatto.
Il colore di fondo della sua livrea varia molto in base all'ambiente in cui l'esemplare vive, variando dal marrone scuro, al color sabbia e al rossiccio. Da segnalare la presenza di aculei veleniferi posti sotto le pinne anali e dorsali.
La puntura è assai dolorosa. La tecnica di pesca più efficace da terra è la pesca a fondo usando sia vermi (arenicole, coreane, tremoline) che gamberetti o trancetti di pesce.
Essendo comunque un pesce territoriale e solitario le sue catture, pescando da terra, non sono mai numerosissime, a meno che non si cambi frequentemente zona di pesca durante la battuta.
In barca pescando sempre a fondo a scarroccio le possibilità di cattura aumentano notevolmente.
Anche le nasse sono un strumento adatto alla sua pesca.
In cucina si presta bene in zuppe e brodetti di pesce.

giovedì 19 luglio 2012

Bavose

I blennidi, meglio conosciuti come bavose, sono pesci bentonici appartenenti alla famiglia Blenniidae, che conta oltre 400 specie sparse il tutto il mondo; circa una ventina abitano anche i nostri mari.
Certamente dal punto di vista alieutico non hanno molto da dire, anzi quasi nulla. Non sono buone da mangiare, sono piccole (non tutte, comunque la dimensione massima delle specie nostrane più grosse non supera i 30 cm) e immancabilmente rovinano le esche e ci fanno dannare nelle nostre pescate perchè si allamano da sole restando lì senza darci il minimo segno fin quando non ci viene in mente di recuperare la nostra lenza. :-)

E allora perchè parlare di loro? Semplicemente perchè siamo Pesca&Pesca e quel "&Pesca" vorrà pur dire qualcosa...certo parliamo di come sforacchiare i pesci coi nostri ami, cerchiamo di mettervi al corrente di qualche itinerario di pesca interessante e di tenervi informati su quanto si muove nel mondo della pesca e sulle faccende ambientali, ma soprattutto cerchiamo di trasmettere il modo in cui viviamo l'acqua e quello che c'è sotto, cioè con grande curiosità.
E allora anche le bavose diventano interessanti, soprattutto se sostituiamo la canna da pesca o il fucile con una macchina fotografica.

Mi sono avvicinato a questo hobby alla fine della scorsa estate, vivendo sul mare da sempre ho girovagato nelle scogliere con maschera e boccaglio per godermi la vita sommersa, ma verso settembre scorso, mentre nuotavo in pochi metri d'acqua, mi sono imbattuto in due bellissime lecce amia: enormi, maestose, nuotavano placidamente un metro sotto di me in assoluta tranquillità.
In quel momento quasiasi pescatore avrebbe desiderato avere un fucile per tirare a uno di quei due bestioni, invece mi sono trovato a pensare che mi sarebbe piaciuto scattargli una fotografia.
Allora ho assecondato questo mio desiderio e pian piano mi sono fatto una piccola attrezzatura per fare qualche scatto in acqua.
Nulla di professionale o costoso, lo stretto necessario: muta, cintura coi pesi, guanti, pinne, ecc...e ovviamente una macchina fotografica in grado di fare foto e video in acqua. Anche qui, visto che si tratta di un hobby e che comunque vado solo in apnea, mi sono limitato ad una compatta Kodak in grado di arrivare a 3 metri di profondità.

Fino ad ora ho avuto occasione di fare qualche foto dignitosa, soprattutto in inverno: polpi, spigole, corvine, saraghi, qualche invertebrato...purtroppo tutti scatti persi con trapasso del mio vecchio portatile :-)
Ho pensato però di parlare delle bavose e di postare qualche mia immagine di questi pesci, perchè se qualcuno leggendo questo post decidesse di cimentarsi come fotografo sommerso, sappia che questi animali sono una vera manna anche per chi come me è un principiante ed è privo di conoscenze tecniche particolari.

Sono pesci tranquilli, curiosi, in molti casi non hanno la minima paura dell'uomo, anzi si avvicinano incuriosite e soprattutto si possono trovare a scarsissima profondità, quindi sono ideali per chi muove i primi passi in questo mondo.
In più hanno anche livree interessanti, non sono certo quelle dei blennidi dei mari tropicali, ma diciamo che si prestano bene all'obiettivo.









martedì 17 luglio 2012

Storia dei Diritti Esclusivi di Pesca e qualche riflessione...

Considerate che conoscere benissimo le cose legislative in Italia è impossibile visto e considerato che nella pesca vi sono leggi e leggine che portano alla follia mentale chi non si addentra con cautela e calma, aggiunto che vi sono dei anche piccoli muri di omertà, vedrò di illustrarvi la storia dei DeP.
Metteteci che la Legge italiana è del 1931 e delega le regioni, alcune delle quali come Piemonte, Lombardia e non solo, delegano le provincie e siete a posto.

Faccio notare che uno di noi due è stato consigliere fondatore e della prima legislazione del CAGeP il cui presidente divenne vicepresidente (il presidente è l’ assessore) della consulta regionale del Piemonte una decina di anni fa; voglio dire che qualcosina di mio l’ho vista e vissuta…
Il CAGeP faceva qualcosa come 5000 soci solo nel novarese. Una unione di intenti con altre 2 grosse associazioni del torinese fece lievitare il numero attorno ai 15.000 soci e il signor Renato Pellò divenne vicepresidente della consulta regionale. Giusto per far capire che qualcosa di leggi ittiche P&P ne mastica e non per “blagare”.
Noi la gloria la lasciamo ai nomi noti, ai capi forumisti e ci teniamo il “sapere”………

Vicino all’anno 1000 sono state reperite norme o disposizioni che sancivano la proprietà dei pesci negli allevamenti; le istituzioni “Giustiziane” stabilirono i principi base della libertà di pesca e il diritto della proprietà del pesce pescato; cioè il pesce era di nessuno in acqua ma diventava del pescatore dopo pescato. Logico direi…

Poi arrivarono arroganti principi, duchi, conti, baroni, re e gente di quel tipo che decisero che erano loro in quell’acqua o zona ad essere gli unici che potevano pescare.
Nacquero anche i bracconieri…Le cose andarono più o meno cosi anche in tutto il resto d’Europa. La cosa avvenne gradualmente e le piccole sommosse popolari (tanta gente allora viveva del pescato) non furono manco tante.
E qua il clero si accorse che la pesca poteva essere fonte di potere e fece in modo sempre più frequente di avere lasciti volontari di questi primi DeP. Le donazioni alla chiesa furono moltissime verso il 1300 in tutti i paesi europei. Diciamo che non fu un male dato che essa comunque diffuse una cultura del rispetto del fiume.
Uno dei primi esempi di donazione alla chiesa lo troviamo già nel primo decennio del 700 quando il duce di Benevento elargii i DeP di un fiume e di un lago artificiale alla chiesa di S. Sofia in Ponticello; nel 753 Astolfo il longobardo regalò il 50% delle pescherie mantovane ad una abbazia.
Berengiario donò nel 919 al diacono di Pavia un Dep sul Ticino e poco dopo il 1000 Enrico I concesse al vescovo di Novara i diritti sul Toce e sulle acque ossolane. Ci furono casi di affitto a pescatori già allora professionisti o semi, qualche polemica e dei tentativi di regolamentazione della cosa. Insomma speculazioni e tentativi di limitarle. Nel 1300 circa il comune di Novara aveva in mano (non si sa come) i DeP che aveva il vescovato e li affittò per 9 anni ad un privato.
Spesso e volentieri i DeP venivano frazionati (ad esempio a mio sapere, il Ticino dall’ uscita dal lago Maggiore fino a Cameri (NO) ha 9 DeP anche se 8, al 2011,sono in mano alla FIPSAS in qualche maniera).
A Galliate è del comune e a Trecate idem. Generalmente i comuni danno la gestione alle locali associazioni….generalmente ma non sempre. Il lago di Viverone è per il 90% circa del comune omonimo e fino a qualche decennio fa ero lo stesso comune a gestirlo, poi lo fece gestire da altre figure.

Arriviamo in questo caos al 1877 dove i DeP furono riconosciuti e tutelati dalla legge italiana n° 3706.
Con modifiche sostanziali di questa legge arriviamo al 1936 dove si costrinse i proprietari dei DeP a tutelare il patrimonio ittico pena il decadimento del diritto.

E qua andiamo avanti NOI di P&P!!!!!!

Iniziando solo dalle legislazioni di pesca si deve sapere che la legge italiana è una legge quadro che dà quasi tutte le facoltà alle leggi regionali. In alcune regioni (vedasi Piemonte, Lombardia, etc) le regioni hanno fatto a loro volta delle leggi quadro che danno alle province ampi spazi legislativi (che debbono sempre rientrare però nella legge regionale). Vi sono regioni a statuto autonomo (La Valle d’Aosta, Il Friuli ecc ecc) che fanno gestire la pesca da Enti o cose similari.

http://www.entetutelapesca.it/

http://www.lovevda.it/turismo/proposte/sport/sport_acqua/pesca_i.asp?ricid=673

notare bene che al momento della stesura dello scritto cioè a fine giugno 2012 nel sito pesca della Valeè vi è ancora il calendario ittico 2011….che comunicazione!!!

Moltissime province hanno i loro regolamenti e tesserini e dicasi idem dei gestori dei DeP; in primis le sezioni FIPSAS….ma non solo e direi che in alcune province o zone non è manco la FIPSAS quella che conta di più.

http://www.valsesiapesca.it/

Aggiungiamoci che nelle acque che sono in comunione colla Svizzera la legge da rispettare è quella della convenzione italo-elvetica.

http://www.cispp.org/

Con all’interno una vera e propria perla: l’Agone deve essere sfoltito nel lago Maggiore o Verbano che dir si voglia in quanto ha del DDT, divieto di rilascio dello stesso e ci sono i punti raccolta (pensate che siano aperti tutti i giorni?) ma vi è il periodo di chiusura!!!!!!
Nel periodo di chiusura dell’ Agone ne prendi uno per sbaglio e sei sempre in multa a mia interpretazione.

Vi sono dei giri di denaro per qualche riserva costosa (sempre meno), per ripopolamenti, per attuare leggi inutili anche se appaiono utili agli occhi dei più e mi riferisco a studi e ai piani ittici che fanno in pratica solo guadagnare chi li fa ma fanno spendere un sacco di soldi pubblici.

http://www.provincia.biella.it/on-line/Home/Sezioni/Cacciaepesca/PianoIttico.html

Ditemi voi se era necessario spendere migliaia e migliaia di euro per delle cose che i pescatori locali sapevano? Considerando che poi questi piani servirebbero ad interventi concreti…Ma di concreto cosa avete visto Voi nelle acque che frequentate?

Ma in effetti tutte leggi, leggine e leggiotte non contano praticamente nulla davanti alle altre leggi che regolamento enormi movimenti di denaro.
La TAV ad esempio già a metà anni 2000 dette qualche miliardo (presente io alla conferenza sui danni della TAV al Ticino con relatore il direttore del Piemonte dei lavori ) al Parco del Ticino Piemontese e quest’ ultimo li avrebbe utilizzati per allestire mostre all’interno della Villa Picchetta di Cameri (ex residenza di caccia dei Savoia) acquistata anni prima coi soldi di altro rimborso…………
Insomma impiegati e dirigenti in una prestigiosa villa (restaurata logicamente) invece che in un normale ufficio e mostra che non so se si mai stata allestita. E le acque e i pesci? Beh hanno fatto svariati piani di ripopolamento della trota marmorata ma esse sono sempre meno.
Se la specie ha una temperatura ottimale vicino ai 20° come fanno gli avannotti a resistere quando in qualche occasione il Ticino raggiunge i 28°? Lo so io, lo sanno tutti gli addetti ai lavori e non lo sanno loro? Boh!!

Neppure un mese fa nel biellese è successo uno dei non rari casi di svasamenti di diga. Il consorzio Baraggia ha fatto che alzare le paratie di una diga (il limo glaciale aveva già ostruito le bocche di scarico della stessa) e un bel pezzo dell’ancor discreto T. Tessera è diventata una autostrada…parole dettami da un collega dell’ARPA.

Beh che pensate che succeda? Responsabili ZERO! Pagheranno come Consorzio una multa che sarà a dir tanto il 5% di quello che avrebbero speso a fare togliere il limo in termini di legge.
Insomma se nelle leggi di pesca si può salvare un 20% diciamo ( abbondando di molto) di buone intenzioni ci pensano le altre leggi e il DIO denaro ad azzerare anche questa percentuale.

Ps: Dimenticavo..Il fondo del fondo lo toccano piccole associazioni dalla tanta buona volontà. In per se stessa la cosa è ottima..peccato che avendo tessere pagate poi non facciano assemblee e presentino bilanci manco ai soci che lo chiedano; Manco a chi ha svolto per loro le faccende burocratiche (non io).
I soci si stufano del solito presidente/padrone, della sua fidanzata e del suo amico, restano letteralmente in 4 gatti e la buona idea va a farsi friggere.

In foto: Toce-Dora Riparia-Po a Casale Monferrato-Ghiffa (Lago Maggiore cioè quasi tutto DeP della Famiglia Borromeo)







lunedì 16 luglio 2012

Esche naturali alternative

IL PORTASASSI

La larva di Friganea è conosciuta con il nome di porta sassi in quanto si costruisce per ripararsi un guscio di sassolini dal quale spuntano le robuste zampette che lo tengono ancorato ai sassi del fondo fino alla muta.
In certi luoghi, specialmente in acque ancora non depauperate, queste larve sono molto numerose e diventando cibo principale dei salmonidi ed il loro utilizzo come esca può rivelarsi risolutivo.
A seconda degli ambienti e delle stagioni è possibile procurarsi portasassi detti anche bujet lunghi quasi 3 centimetri di lunghezza ma generalmente sono di taglia più piccola.
Per mantenerli vitali devono essere innescati, compresi di guscio oppure delicatamente sgusciati, appuntandoli in prossimità della coda sù ami massimo del N 16 a filo fine. Il TOP è innescare il guscio.
Se si desidera ottenere un innesco più voluminoso e/o nascondere completamente l'amo più grosso di quello indicato prima si possono preventivamente infilare uno o due gusci vuoti o pieni sul gambo.
Il portasassi si rivela insuperabile nei confronti delle trote selvatiche, sopratutto quando vanno insidiate con lenze sottili in presenza di acque cristalline come dovrebbero essere quasi tutte le acque montane in periodi normali. Per contro non è una esca selettiva della taglia e si deteriora rapidamente per cui è bene averne un po’ di scorta mantenute in succhiellino di plastica come quello per i porta vermi.
E’ presente anche in pianura nella versione porta legni nelle fontane dall’ acqua incontaminata. Lo si indica sempre per esca per le trote ma và benissimo, ed è seconda solo dietro al bigattino, anche per tutti i cipridinidi.
Diventa IL DOCG per acque salmonicole con presenza di vaironi, cavedani e barbi. Ricordiamo che usando tale esca con ami del N 18 è possibile slamare trote fuori misura tagliando il filo e lasciando ottime possibilità al piccolo salmonide di salvarsi; invece certe leggi indicano ami GROSSI con apertura di minimo un 1 cm come se una trota da 20 cm non ingoiasse un amo del N 4.

VIDEO PORTASASSI

VIDEO PORTASASSI



LA SANGUISUGA

La sanguisuga è un verme anellide (vermi segmentati) appartenente all’ordine degli ei, che vive nelle acque dolci stagnanti o con lievi correnti, come fontanili e fonti montane, normalmente vive attaccata sotto le pietre.
Un tipico rappresentante è Hirudo medicinalis, la comune sanguisuga dei nostri climi, conosciuta anche con il nome di mignatta. La metameria non è così evidente, almeno dall'esterno, tuttavia il corpo delle sanguisughe è composto normalmente da 34 segmenti.
A sua volta, ogni metamero è suddiviso, ma solo esternamente, in tre-cinque anelliIl corpo delle sanguisughe è provvisto alle estremità di due ventose, nella parte posteriore si trova una ventosa che serve per ancorarsi alle pietre e per spostarsi, nella parte anteriore si trova la bocca che è provvista di un'altra ventosa con la quale si attaccano al corpo di un vertebrato, in genere un mammifero, e servendosi di "mascelle" chitinose e finemente dentellate, incidono la cute della vittima per nutrirsi del suo sangue. Per fare questo senza difficoltà, le sanguisughe iniettano nella ferita un potente anticoagulante (irudinina), secreto dalle ghiandole salivari che impedisce al sangue della vittima di coagularsi.
Resistono a lunghi periodi di digiuno (fino a un anno).
Gli Irudinei sono ectoparassiti ematofagi di animali a sangue caldo. Adoperato fin dai tempi antichi per estrarre il sangue dai capillari, il cosiddetto "salasso".
Può essere usata sia le trote sia per i ciprinidi e seleziona la taglia per questi ultimi.
L’amo brunito di medie dimensioni và appuntato sottopelle vicino alla testa senza lederla ed è micidiale a passata.
Non lasciatevi intimidire dalla leggenda; Ben stretta fra le vostre dita, magari fatte passare nella sabbia asciutta con effetto antiscivolo (fatelo anche coi vermi), si guarderà bene dal succhiarvi il sangue.



LA LARVA DI TIPULA MAXIMA

Chiamata dai pescatori "gatoss" è molto voluminosa ed assomiglia vagamente ad un corto e grasso lombrico di 5-6 centimetri con colore bruno e traslucido dovuto alla pelle sottile.
Al suo interne contiene del liquido che non bisogna far uscire e che quindi usando tale larva come esca deve essere appuntata lievemente nel capo e magari, se si riesce, nelle strette “eccedenze” dello stesso con un amo …diciamo del N 12 o attorno.
E’ adatta a tutti i pesci ciprinicoli di discreti dimensioni ma anche ai salmonidi e “compagnia briscola”.
Il gatoss è reperibile ai bordi dei piccoli ruscelli o nei minuscolissimi rigagnoli di acqua non inquinata chimicamente e si trova specialmente tra le foglie marce o ancora meglio nelle risorgive dove l’acqua ha la stessa temperatura tutto l’anno e quindi possiamo trovarlo in qualsiasi stagione.
Attenti lettori ad altre informazioni un po’ erronee che vi danno altri link...

sabato 14 luglio 2012

Lago Alice in Valchiusella

La Valchiusella è una valle lunga 25-26 Km, logicamente attraversata dall’omonimo Torrente Chiusella avente una superficie di 143 km² circa.
Più precisamente è collocata nella zona del canavese che fa capo ad Ivrea (TO) i cui abitanti sono detti “epoderiesi”.
Il torrente nasce dal monte Marzo (non aprile e manco febbraio..) per confluire nel fiume Dora Baltea nei pressi di Strambino, dopo un percorso di più di 40 km.
Logicamente è a vocazione trotaiola ma dei salmonidi ne parleremo in seguito in altro articolo.



La bassa valle, cioè quella collinare, è formata da terreni coperti da fitti boschi sui quali si trovano numerosi paesi molti dei quali sono comuni autonomi ed altri frazioni.
Uno di questi è il comune di Alice Superiore in cui vi è il lago naturale dall’omonimo nome a quasi 600 m/slm.
Ad est dello specchio d'acqua principale si trova un lago più piccolo chiamato, appunto, Lago Piccolo.
Il Lago Piccolo, lungo poco più di 100 metri e largo circa 80, è caratterizzato da basse rive paludose e da un ampio canneto. L’ invaso principale è molto più grosso e lo vedrete nelle foto e filmati.
Nel 2009 i 2 bacini sono stati riconosciuti sito di interesse comunitario (codice: IT1110034) come biotopi e quindi nulla vi può essere toccato. Le piante da abbattere sulle rive in inverno sono segnate e nel lago non può essere immesso nessun pesce (al di fuori delle trote iridee che sappiamo sterili). Nel lago sono presenti carpe nate nello stesso, un po’ di tinche, parecchi persici reali, persici sole , scardole e un discreto quantitativo di trote iridee e tanti pesci gatto.
Non vi sono lucci e Black Bass. Fino a pochi anni fa era gestito da un club che lo teneva come “cosa di prestigio”*** ed attualmente vi sono Bruno e Raffaella che devono attenersi alla volontà del possessore del Diritto Esclusivo di Pesca che deve attenersi alle direttive della comunità europea sui biotopi. Quello che vuol dire lo potete intuire da soli….. PESCI RUSPANTI e naturali dall’ incredibile forza!!!!



In una calura infernale coll’erba già un po’ bruciata dal sole Noi di P&P siamo stati in barca un paio di ore pescando vicino ai canneti in zona ombreggiata.
Qualche trota l’ abbiamo vista saltare al largo ma anche lanciando sull’abboccata non le abbiamo prese. Pescando a spinning e col verme abboccavano solo i persici sole e qualche scardola. In estate i piccoli arrivano sempre prima.
Verso sera Walter ha preso un Persico reale a spinning col solito Martin e dopo ho pescato io (Walter filmava e fotografava) vicino al ristorante col pane a galla e nel giro di poco più di una ora ho preso 5-6 carpe stimate dai 2.5 ai 4 Kg di cui 2 mi hanno letteralmente spaccato lo 0.22, una si è intanata (non riuscivo a tenerla e volevo giocarla coll’ antiritorno….) in un buco sotto la torba; ho dovuto mettere su un leggero trecciato per forzarle letteralmente dalla potenza che avevano.
Il record ci dice Raffaella (che è li da circa 15 anni, con diverse mansioni) è di 15 Kg circa con altre catture, ma non molte, oltre i 10 kg. Fino ai 10 Kg le catture sono abbastanza frequenti.
Ma non sono pesci di allevamento messi nei comuni carpodromi ed ingrassati come se fossero maiali, ma roba nata nel lago con tutti gli annessi e connessi.



La pesca è gestita da un circolo facente capo a Bruno che prevede una adesione annuale di 30 euro nel 2012; pesce pagato a peso, pesci gatto gratis. Pesca No kill 15 euro il giornaliero.
Barche a remi in loco a 5 euro l’ora ma tariffe speciali per pescatori.
Insomma chi volesse portare la morosa in gita sul lago paga 5 euro l’ora, per i pescatori un forfeit da stabilire.
Nel prossimo inverno ricaveranno qualche piazzola sulla sponda vicino alla statale e le piante, abbiamo visto noi, sono già state segnate dagli organi competenti.
Lungo la sponda alberata vi è un sentiero: esso è parallelo alla statale. Dove finisce il guardrail vi è in cancello d’ ingresso.





Il ristorante è gestito dalla stessa Raffaella e offre cucina casalinga con alcune sciccherie come quelle che ci hanno offerto come sarde messe nel bagnetto fatto dalla “ragazza” colle sue mani.
Locale interno piccolo, terrazza coperta con tavoli, tavoli all’ aperto. Prato (attenti che vicino ai canneti a sinistra del ristorante è torba cioè terreno molle con sotto acqua..).
Possibilità di prendere il sole e sentiero per passeggiate. Un luogo incantevole per famiglie che vogliano passare una domenica tranquilla pescando o non pescando.
Se si vuole pescare e mangiare la possibilità c’è. Solo che per pescare bisogna associarsi. Se si vuole solo mangiare…mangiate solo…chi se ne frega della pesca davanti a piatti tipici ed ad una birra Menabrea spillata? (Birra prodotta a Biella e vincitrice di numerosi concorsi a livello mondiale). Vi danno pure il gelato……


Il tutto recintato!!!

***Cosa di prestigio vuol dire che pagavano circa 1500 euro annuali fino a pochi anni fa ed era usato dai soci per esibire la loro posizione sociale verso gli altri e magari per invitare altri benestanti di altre zone a pescate e mangiate extra affari. Il cancello era sempre chiuso e lo aprivano solo a soci ed invitati.

venerdì 13 luglio 2012

Lago di Bled

Come arrivare: Da Gorizia prendere la strada per Lubiana e proseguire con l’autostrada verso L’ Austria fino alla deviazione per il lago.

Caratteristiche: Il lago è lungo circa 2.120 metri e una larghezza nel punto più ampio di 1.380 metri. Massima profondità a 30 metri.
Il lago è circondato da montagne e foreste. In mezzo una piccola isola molto pittoresca. E’ molto adatto anche ad un soggiorno romantico.



Pesci: Luccio, trota, siluro, carpe, persici reali

Pesca: Informarsi presso i pescatori locali dei regolamenti vari (www.ribiska-druzina-bled.si/ita/).
Si consiglia l’ uso della barca specie per lo spinning. Canne da cm 240 con mulinello adeguato alla specie che si vuole insidiare.
Per il luccio un trecciato dello 016 con cavetto d’acciaio finale e minnows affondanti o Crack Bait sarà l’ideale anche per attirare qualche siluro.
Per trote e persici possiamo ridimensionare l’attrezzatura. Possiamo anche agire da riva in una pesca statica a fondo con mais o vermi.





Negozio di Pesca: Vicino al Casino’ il negozio di pesca

Fauna Fly Fishing Bled
C. Svobode 12
4260 Bled – Slovenija

E-mail:fauna@faunabled.com

Si può noleggiare una barca

Vedi anche: www.bled.si/it/default.asp?id=1231

Dove mangiare: Vi è solo da scegliere!

Dove dormire: La scelta è ampia

Informazioni turistiche:

BLED
SOCIETA' TURISTICA
C.svobode 15, 4260 Bled
Tel. 04 574 11 22, fax 04 574 15 55


Video:
www.youtube.com/watch?v=Wp8XF5eR4_E www.youtube.com/watch?v=XAoWwXRWSI0&feature=related