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lunedì 16 agosto 2010

Cosa non va?


La si potrebbe concludere in una parola: “TUTTO” e lo scritto sarebbe bello finito!!! Ma di certo non si potrebbe definire lo scritto una lettera ed eccomi quindi impegnato a cercare di analizzare i problemi della PESCA in acque interne; Non è semplice trovare un punto di inizio.
Senz’altro la questione è sviluppabile dal punto di vista ecologico ma mi troverei in un campo troppo vasto, complesso e dove dare risoluzioni ipotetiche comprenderebbe analizzare l’intera vita sociale del pianeta od almeno quella italiana. Certo una maggiore attenzione delle istituzioni verso i nostri corsi d’acqua sarebbe molto auspicabile; Vi sono problemi grossi da risolvere come inquinamenti, mancanza di scale di monta, prelievi idrici indiscriminati che possono essere di difficile risoluzione ma altri come la pulizia dei greti dei torrenti da immondizia di ogni genere compreso i residui di lavori in alveo o recuperi di pesce in canali in stato di asciutta credo siano di facile risoluzione tecnica.
Non possono sempre pensarci club od associazioni di volontari a queste cose…Quando le fanno…..

Non si può far ricompensare la perdita di esemplari di valore e pregio persi per una asciutta totale con 250 trote come avviene in qualche caso. E questo se tutto và bene..
Abbiamo in Italia una legge nazionale di pesca che dire vetusta è anche poco (1931) che in pratica non esiste in quanto sono poi le leggi regionali a determinare i regolamenti principali. Credo sia facilmente intuibile per tutti che all ‘epoca della stesura la circolazione dei pescatori fosse molto molto minore che attualmente e che quindi tali leggi e regolamenti diversi non influissero più di tanto .



Da oramai decenni anche chi pratica la “passionaccia” è solito fare decine se non centinaia di km per esercitarla ed avere centinaia e di disposizioni diverse da sapere diventa una impresa da studente universitario più che da pescatore. Certo vedere che una regione come la Lombardia, non più tardi di 2 anni fa, fa anche Lei una legge regionale quadro dove delega alle province i regolamenti fa cadere le braccia…Mi sono molto stupito che sia stata fatta passare una legge simile senza nessuna opposizione almeno a me nota da parte delle associazioni di pescatori dilettanti!!!
La FIPSAS la deve smettere di dichiararsi come la rappresentante dei pescatori e poi lasciar passare senza fiatare cose come questa che innegabilmente ha portato scompiglio nei pescatori lombardi e loro confinanti specialmente !!! Abbisogna una aria nuova nella Federazione e che essa riveda completamente i quadri dirigenziali e anche la filosofia della stessa. Le gare ci possono anche stare ma si deve guardare con la stessa intensità anche ai “normali” pescatori a cui i carassi e le trote pollo interessano ben poco…

Ma tornando a livello italiano, c'è bisogno di una legge che uniformi molti regolamenti anche in una maniera più consona alla figura attuale del pescatore che non va più a pesca per mangiare il pesce ma per hobbysmo. Non chiedo certo di istituire il No Kill assoluto ma di alzare le misure minime di alcune specie e di diminuire il numero di capi consentiti delle stesse. E’ irrazionale, ad esempio, che in Piemonte nelle acque libere si possano trattenere ancora di 8 trote e che non si ci accorga della rarefazione del cavedano e non lo si protegga. E’ letteralmente ASSURDO che nello stesso tratto di fiume vi siano 2 regolamenti diversi cioè 1 per ciascuna sponda come ad esempio accade in molte zone del Ticino che fanno da confine fra il Piemonte e la Lombardia.

E’ assolutamente necessario che venga istituito un esame di pesca per avere la licenza o semplicemente l’obbligo a piccoli corsi istruttivi; Magari non difficilissimo, ma è doveroso che chi maneggia un essere vivente sappia almeno riconoscerlo; E la cosa non è ovvia come può sembrare! Ho visto molte volte scambiare carassi per carpe o viceversa oppure classificare Black bass per persici sole o reali. D’altronde con l’arrivo di tante nuove specie alloctone siamo attorno alle 80 qualità diverse di pesci di cui alcune si incrociano fra loro come la carpa e il carassio oppure il gardon ed il pigo. Mi rendo benissimo conto che questo è un discorso che sarà osteggiato da quasi tutte le categorie del mondo della pesca dato che inevitabilmente porterà ad una diminuzione ulteriore dei praticanti ma ritengo sia una cosa che va detta e sostenuta ad alta voce. Molti paesi confinanti non si fanno scrupoli certo ad avere meno pescatori ma egual se non anche maggiori introiti oltre ad una miglior prospettiva per il futuro nel campo. Insomma i “confinanti” sono per la qualità ed in Italia per la quantità con tutti gli annessi e connessi . In lunghi periodi quale rende di più? Qua il discorso si fa anche commerciale parecchio e non ho assolutamente voglia di tirarmi addosso le ire di gente ben più danarosa di me e quindi concludo questa considerazione. Sarebbe ora che si istituisca nelle scuole elementari e medie delle ore dedicate all’ istruzione ambientale perché è anche frutto della popolazione se si vedono acque e le loro rive colme di ogni “schifezza”. Questa sarebbe una ragione seria per cui dovrebbero battersi gli ambientalisti & soci invece di contrastare l’abbattimento degli uccelli ittiofagi alloctoni.



Vi è da aggiungere ancora che è deleterio che esitano club prettamente a vocazione tecnica come per lo Spinning, La pesca a mosca ed il Carp fishing. E’ solo una perdita di potere della pesca verso le amministrazioni. E’ auspicabile una loro unione o una loro collaborazione per tutti i grossi problemi comuni quantomeno. Dopo ma dopo che si saranno risolti questi si potrà anche discutere/litigare ma non prima. Non si può litigare se è meglio lo spinning o la pesca a mosca dove i prelievi idrici hanno asciugato un tratto di fiume. Tanto la manco con le bombe nessuno prenderà nulla…

Abbiamo in Italia 5 club di questi di cui uno innominabile per la pesca e la difesa del siluro…..Non si fan scrupoli nel loro sito ad indicare come si innesca un pesce vivo per prendere un siluro ma poi fanno can can contro le leggi che prevedono la loro NON reimissione ben spalleggiati da celebri testimonial di ditte per la pesca “pesante”.

Il CFI è oramai decenni che esiste e in parvenza appare molto più ecologista ma ha ottenuto solo qualche misera concezione alla pesca notturna e solo per loro.

Lo SCI ha attualmente al suo interno qualche volenteroso personaggi, qualcosina combina ma il tutto è risibile anche se bisogna plaudire alla volontà dell’ attuale gestione (2010).

L’ UNPeM cioè i pescatori sono gli unici che han capito che bisogna combattere all’ interno delle consulte, hanno influenza in quanto il reddito medio dei loro soci è elevato e la cultura di base al di sopra della media dei pescatori. Restano troppo vincolati al No Kill e annessi.

LBFI cioè i ledgerman il cui primo consiglio direttivo è nato con una prima elezione assurda fatta via email indirizzata al fondatore del club (come se quando si vota il presidente del seggio fosse un candidato……….) hanno trovato un nuovo presidente volenteroso ma per il resto è meglio stendere un velo pietoso.

Resta il fatto che fra tutti non superano manco le 5000 unità e nelle riviste e via Web sembra che siano loro i portatori del nuovo verbo (ad ognuno il suo ovviamente) ed andare nei loro forum e dire il contrario di quello che pensano si viene cacciati. Delle sette segrete verrebbe da pensare…

Nelle consulta di pesca poi vi sono delle figure di cui non si capisce lo scopo e cito quelli della legge piemontese: Cosa ci fa:
-un rappresentante designato dall'Associazione piscicoltori italiani? Pensino a produrre i pesci e basta.

-tre rappresentanti dei comuni piemontesi. Cosa c’entrano i comuni colla pesca?
-un rappresentante delle comunità montane. Idem come sopra

E quelli delle associazioni di pesca siam proprio sicuri che agiscano per il bene dell’ intera comunità piscatoria piemontese o tirino solo acqua al loro mulino? Cioè le assoc. Di zone montane tirino per favorire le trote e quelle di zone di pianura per carpe ecc ecc

Forse forse le leggi dovrebbero essere prima ben bene visionate da uno staff di ittiologi e poi passate ai legislatori con poche interferenze altrui….

Alla prossima